Ho acquistato questo libro per puro caso, attirata dal rapporto prezzo/quantità di pagine e da una trama che mi incuriosiva. Ho fatto la scelta giusta. Romanzo originalissimo (che inizia da quella che in qualsiasi altro romanzo sarebbe il grande colpo di scena finale), mi ha trascinata in un mondo fatto di amori a prima vista, droghe, ciambelle, universi paralleli e vecchie scuole stregate. Dietro a tutto questo ci sono segreti indicibili, dolori nascosti, rabbia. Gli adulti di sicuro non ci fanno bella figura. Un libro che si divora d'un fiato, che dopo le prime pagine, che forse vi confonderanno un po', non riuscirete più a mettere giù.
Skippy muore
Daniel "Skippy" Juster e Ruprecht Van Doren sono compagni di stanza al Seabrook College di Dublino. Skippy è nella squadra di nuoto e passa le sue giornate attaccato al Nintendo, Ruprecht è un piccolo genio in sovrappeso con la passione per la matematica, le invenzioni e la speranza di comunicare, un giorno o l'altro, con gli extraterrestri. Una sera, in un locale, i due fanno a gara a chi mangia più ciambelle. Accade in un attimo: Skippy diventa rosso in viso, stramazza al suolo e muore in pochi minuti. Da questa fatale competizione prende il via una tragicomica avventura, fatta di piccole e grandi storie: primi amori che sbocciano con il lancio di un frisbee, spacciatori gelosi e fuori di testa, party di Halloween ad alto contenuto stupefacente, giovani professori in crisi esistenziale, preti potenti dal passato oscuro, e bizzarre teorie sull'esistenza di universi paralleli. Un romanzo di formazione atipico, in cui Paul Murray mostra il fragile confine che divide la realtà dalla finzione, l'amore dal tradimento, la vita dalla morte.
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Anno edizione:2010
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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DELIA DIFONZO 07 maggio 2016
Un libro del quale ho pensato, nei primi momenti: "Si sta dilungando"; altre volte: "Manca un baricentro". Poi però tutto ha cominciato a scorrere: i volti dei ragazzi mi sembrava di vederli sotto i miei occhi, percepivo i loro turbamenti e talvolta ne ridevo; mi imbattevo nella confusione degli adulti, nelle loro delusioni e nelle loro ipocrisie, nel senso di sconfitta e nella loro incapacità di vivere dentro le cose e di far diventare autentica la loro vita. E mentre vedevo e sentivo, veniva fuori la poesia insieme alla tristezza e alla cupa disperazione. Per poi vedere una luce e una ostinata volontà di vita. Che è in quel verso di Paul Eluard citato alla fine "C'è un altro mondo, ma è dentro di questo". Leggetelo.
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MASSIMILIANO BOSCHINI 04 maggio 2010
Arrivi a metà per inerizia, chiedendoti quale sia il trait d'union tra un capitolo e l'altro. Poi la svolta, e non vorresti finisse mai. L'ho letto d'un fiato, per nulla impressionato dalla mole. Skippy muore è un po' di tutto, senza tuttavia essere un inutile miscellanea di stili e generi.
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