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Anno edizione: 2017
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Quest'opera scritta dal teologo svizzero Amerio si pone come critica al Concilio Vaticano II e ai suoi effetti immediati, in particolare anni 60 e 70 con la riforma liturgica, rispetto alla Chiesa Preconciliare. La particolarità dell'opera è quella di essere un buon compendio di vari temi di teologia morale, ecclesiologia, liturgia modificati e la ratio posta a base della modifica e la dimostrazione di come quest'ultima sia in contrasto con la Secolare Tradizione cattolica. Pregevole l'edizione ristampata, anche perché è utile ricordare che sino ai primi anni 2000 circolavano pochissime copie di quest'opera, spesso in clandestinità, veniva infatti vista come un'opera pericolosa (e lo credo bene) e per questo bandita. L'avvento del tradizionalismo sotto Benedetto XVI ha permesso alla sua emersione e quindi ristampa oltre che ad un suo uso sia accademico che divulgativo (per quanto il linguaggio sia tecnico). Consigliabile per chi desidera un approfondimento comparato con la Chiesa che era e il suo spirito.
Questo testo può,a ragione, essere considerato la summa della critica tradizionalista al concilio vaticano II.In esso l'autore mostra come il concilio sia il culmine di un processo che, cominciato molto prima nella chiesa, già ne stava erodendo la tradizione teologica(particolare attenzione viene,infatti, dedicata al moderniusmo ottocentesco).Il tratto che rende l'opera pregevole è che non si tratta semplicemente di un'opera di un reazionario nostalgico e riluttante al cambiamento nel pensiero e nella vita ecclesiale.Al contrario l'autore dichiara come lo sforzo di un pensatore che si dice cattolico debba essere rivolto a distinguere quali mutamenti provengano da un impulso divino e quali invece siano contro l'essenza stessa della chiesa.
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