Ken Saro-Wiwa, nato nel 1941 a Bori, nella regione del delta del Niger, intellettuale e scrittore brillante, versatile, di straordinario talento, fu anche uomo di teatro, nonché notissimo e popolare regista televisivo. Politico di rango, Saro-Wiwa apparteneva alla popolazione ogoni, un gruppo di circa 500.000 abitanti insediati nel delta, un tempo dediti alla pesca e all’agricoltura, costretti all’emigrazione, alla miseria, e addirittura alla morte a causa dell’inquinamento del territorio a opera delle multinazionali del petrolio, complice la classe dirigente politica e militare del Paese. Fu proprio per difendere i diritti degli ogoni che Saro-Wiwa intraprese la battaglia civile e politica che gli costò la vita. Soza-Boy riflette la vita intensa e densa d'eventi di Saro Wiwa, ma lo fa in una maniera talmente fantasiosa, delirante, subtropicale, con un linguaggio rozzo e esilarante, che il lettore, difronte alla descrizione dell'orrore in una maniera del tutto inaspettata, rimane come tramortito e affascinato. E' un libro che parla di Africa, e di Nigeria, che parla di Biafra, di tare sociali tribali africani, di ignoranza e corruzione, che sono le vere piaghe della società africana.
Sozaboy
Immaginate un villaggio ai confini del mondo, Dukana: una chiesa, i vecchi che snocciolano storie, le donne che fanno i lavori pesanti. A Dukana vive Mene, aspirante autista di pulmini, con la madre. A Dukana nessuno sa niente: tutti sentono alla radio di un governo che è cambiato e di cui conoscono solo funzionari e poliziotti corrotti, che si pappano mazzette per ogni cosa. Tutto scorre lento e lieto. Mene conosce Agnes, con più tette che anima, e la vuole sposare, e tutto sembra andar bene finché non si comincia a parlare di nemico, di casini nella nazione, finché non arrivano sozasoldati a requisire cibo e reclutare gente. Per un giovane fare la guerra è una gran cosa, bisogna cacciare il nemico perché nel Paese manca il sale, e lui deve proteggere la moglie. E così Mene diventa Sozaboy, veste l'uniforme, prende ordini senza capire perché fa quello che fa, e va al fronte. Ma la guerra è un brutto affare, ci sono sozacapitani che ti fanno bere la piscia, aerei che cagano bombe che uccidono. E così Mene scappa, conosce la prigionia, passa nelle file del nemico, lascia tutto per cercare la mamma e la sposa, per tornare a Dukana, perché ha capito che la guerra è una cosa senza senso... Questo è un assaggio del mondo che Saro-Wiwa tratteggia in questo romanzo del 1985, ispirato alla guerra del Biafra che devastò la Nigeria dal 1967 al 1970.
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Una storia forte, cruda, di un ragazzo che vive in un paesino che viene sconvolto dalla guerra. Soprattutto nella seconda metà del libro viene mostrata tutta la crudeltà che può portare la guerra. L'orrore del fronte, il dolore delle ferite, il dolore della perdita, la distruzione, la fame e la povertà. Un libro che ti mette a contatto con una realtà dura, brutta e dolorosa ma che purtroppo è ancora molto presente in quelle terre. Se volete saperne di più su questa storia e sulle vicende di quei posti vi consiglio di leggere questo libro perché è importante, al giorno d'oggi, riflettere su ciò che sta accadendo.
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