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Anno edizione: 2021
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Questo libro è uno strumento che evidenzia il legame mortificante che esiste tra le ingiustizie che viviamo e le parole che sentiamo. Ha un’ambizione: che tra dieci anni una ragazza o un ragazzo, trovandolo su una bancarella, possa pensare sorridendo che per fortuna queste frasi non le dice più nessuno.
Di tutte le cose che le donne possono fare nel mondo, parlare è ancora considerata la più sovversiva.
Se si è donna, in Italia si muore anche di linguaggio. È una morte civile, ma non per questo fa meno male. È con le parole che ci fanno sparire dai luoghi pubblici, dalle professioni, dai dibattiti e dalle notizie, ma di parole ingiuste si muore anche nella vita quotidiana, dove il pregiudizio che passa per il linguaggio uccide la nostra possibilità di essere pienamente noi stesse. Per ogni dislivello di diritti che le donne subiscono a causa del maschilismo esiste un impianto verbale che lo sostiene e lo giustifica. Accade ogni volta che rifiutano di chiamarvi avvocata, sindaca o architetta perché altrimenti «dovremmo dire anche farmacisto». Succede quando fate un bel lavoro, ma vi chiedono prima se siete mamma. Quando siete le uniche di cui non si pronuncia mai il cognome, se non con un articolo determinativo davanti. Quando si mettono a spiegarvi qualcosa che sapete già perfettamente, quando vi dicono di calmarvi, di farvi una risata, di scopare di più, di smetterla di spaventare gli uomini con le vostre opinioni, di sorridere piuttosto, e soprattutto di star zitta.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ho letto il libro nel giro di poche ore, riporta molti esempi per farti capire al meglio ciò che sta esprimendo. Proporrei la lettura di questo genere di libri nei licei, ma soprattutto la consiglio a tutti.
Ho vissuto un'infanzia felice, l'adolescenza è stata un po' più travagliata, ma non a casa, lì è stato tutto sempre straordinariamente perfetto, i problemi erano fuori da tutto ciò che racchiudeva la protezione. Perché se le mura di casa erano sinonimo di educazione, cultura, protezione e libertà, fuori c'era il mondo pronto a giudicare, monologare, tuttologiare e giudicare che erano troppe volte sinonimo di giudizio e sentenza. A casa ho imparato a sdoganare i pregiudizi e saper avvalermi della mia madre lingua per esprimere le mie verità ,la mia libertà; fuori ho capito, spesso a mie spese, che la padronanza della propria lingua è un'arma a doppio taglio. Non solo per la conoscenza acquisita, ma in quanto, a saperla gestire,fossi anche DONNA. Sono ignorante sul patriarcato sotto le mie mura domestiche, ma ho imparato a respirarlo indossando una gonna, studiando, lavorando, camminando per strada. Ho un padre che mi ha insegnato la libertà e una società che mi ha messo alla prova. Ho 37 anni e un libro di @michimurgia che racconta in chiaVe semplice e diretta, quanto il patriarcato sia profondamente radicato in ogni gesto e pensiero. Io sto provando a fare la differenza, grazie alla mia famiglia, grazie a ciò che vivo. Aprite le vostre menti. Cerchiamo di promettere un mondo migliore, leggetelo e sdoganatevi!
L'ho trovato interessante e piacevole. Lettura consigliata, per le donne e soprattutto per gli uomini. È anche molto scorrevole.
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