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Anno edizione: 2021
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Libro candidato da Simonetta Fiori al Premio Strega 2022
Tra romanzo e memoir, un libro dalla voce schietta e incalzante, che pur sospendendo il giudizio non smette di interrogarci e di invitarci a coltivare la memoria, perché «solo così si può sperare che certe cose non accadano più».
«Agli scrittori accade questo: aprono un cassetto e si trovano a frugare in un mobile intero, poi in una casa, infine nelle case di tutti. Michela Marzano lo fa in questo libro, il suo più autentico, feroce e compiuto» – Nadia Terranova, Tuttolibri
«Intimissima e insieme pubblica, la ricerche di Michela Marzano si misura con i silenzi d'un Paese che non ha mai davvero fatto i conti con la sua storia» – Simonetta Fiori, la Repubblica
«Un autoritratto spietato, utile a rileggere il passato per evitare di riproporlo senza averlo capito» – Alberto Orioli, Domenica - Il sole 24 Ore
Fuggo da quando ero piccola. Fuggo dal mio passato. Fuggo dalla colpa. Ma qual è esattamente la mia colpa?
Michela Marzano intreccia il passato familiare alle pagine più controverse della storia del nostro Paese. Michela non sapeva. Per tutta la vita si è impegnata a stare dalla parte giusta: i fascisti erano gli altri, quelli contro cui lottare. Finché un giorno scopre il passato del nonno, fascista convinto della prima ora. Perché nessuno le ha mai detto la verità? Era un segreto di cui vergognarsi oppure un pezzo di storia inconsciamente cancellato? “Sono stata pure io complice di questa amnesia?” si chiede Michela dopo aver ritrovato una vecchia teca piena di tessere e medaglie del Ventennio. Inseguendo il filo teso attraverso le vicende della sua famiglia, tra il nonno Arturo e il nipotino Jacopo, l'autrice ridisegna il percorso che l'ha resa la donna che è oggi, costellato di dubbi e riflessioni: il rapporto complicato con la maternità, il legame tra sangue, eredità e memoria, e quel passato con cui l'Italia non ha mai fatto davvero i conti. Il risultato è uno spietato autoritratto che va molto al di là del dato personale, in questo Paese di poeti, di eroi, di santi e (così pare, ad ascoltarne i nipoti) di milioni di nonni partigiani, mettendo in luce la rimozione collettiva dell'humus fascista in cui affondano le radici di molti alberi genealogici.
Proposto da Simonetta Fiori al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione:
«Stirpe e vergogna è il racconto di una scoperta dolorosa. L'autrice, che si è sempre creduta dalla parte giusta della storia, scopre un giorno che suo nonno era fascista. Non uno dei tanti italiani obbedienti, ma uno squadrista della prima ora, tra gli artefici della marcia su Roma e magistrato incattivito dal regime. Dettata da un'urgenza privata e insieme civile, la ricerca di Michela Marzano sul nonno fascista si misura con i silenzi d'un paese che non ha mai davvero fatto i conti con quella storia. E nelle reticenze dei suoi genitori si riflettono le rimozioni di una comunità che ha faticato ad ammettere cedimenti e compromissioni con la dittatura. A cent'anni dalla nascita del fascismo, in sintonia con un filone letterario europeo che mescola autobiografia e ricerca storica, il memoir famigliare di Marzano riesce a toccare le corde più profonde d'una tragedia collettiva che ci riguarda da vicino. Perché l'eredità di sangue e di stirpe è un'identità inconscia che ancora pesa sul corpo della nazione. E perché l'acquiescenza di allora trova un'eco sinistra nel conformismo di oggi, patologia crescente nel ceto politico e nel ceto intellettuale. Stirpe e vergogna è il ritratto potente di diverse generazioni di italiani che merita di essere candidato al Premio Strega.»
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Michela Marzano si è sempre schierata a sinistra in politica ed ha sempre pensato di essere dalla parte giusta della Storia, così come la sua famiglia. Ma all’improvviso scopre che in realtà suo nonno Arturo Marzano, magistrato e sostituto procuratore regio, poi anche deputato nel neo-Parlamento della Repubblica italiana, era un convinto fascista della prima ora. Tra romanzo e memoir, l’autrice tenta di ricostruire la storia e la figura del nonno, mettendo in discussione tutto e tutti, persino sé stessa, e riuscendo a mettersi totalmente a nudo: dalla storia della sua anoressia nervosa al tentativo di suicidio, dal rapporto complicato col padre alla mancata maternità e al nuovo desiderio di avere un figlio nonostante forse sia ora troppo tardi. Nel ricostruire la storia della sua famiglia, infatti, Michela Marzano si rende conto di scrivere anche una “lettera d’amore” a quel padre con il quale ha sempre avuto un rapporto burrascoso perché a lei così imperscrutabile: scrivere la storia del nonno è anche il tentativo di raccontare a suo padre quello che lui ha vissuto e cercare così di comprendere oggi la sua persona alla luce dei fatti del passato. Stirpe e vergogna è anche un bel romanzo: ci sono parti del racconto che potremmo definire “fiction”, attraverso i quali però l’autrice dà vita al nonno e ad altri protagonisti della sua famiglia per capire meglio ciò che hanno potuto vivere, pensare, sentire. Ma soprattutto, questo libro è un invito rivolto a tutti noi Italiani a dover fare i conti con un passato che abbiamo sempre voluto negare, ma che in realtà è un pezzo di Storia che non dobbiamo dimenticare, perché l’unico modo per evitare che il passato torni non è cancellarlo, ma rielaborarlo. Non basta solo condannare il fascismo, ma ciascuno di noi deve interrogarsi, ricercare e sentire poi l'urgenza di dire, di ripercorrere il passato, di scegliere le parole giuste per spingere tutti a rielaborare e ricordare.
“[…] il tempo dell'elaborazione non è mai lineare; il tempo, per depositarsi, ha bisogno di tempo. Altrimenti lo si attraversa, ma non si vede nulla. E i bordi e gli angoli del passato restano bui. Nonostante le tracce che certe cose e certe parole, inevitabilmente, lasciano su di noi.” . “Come se l'uguaglianza fosse un concetto a geometria variabile, e alcune persone fossero per natura (o per essenza) "più uguali" delle altre. Come se il rispetto fosse qualcosa che ci si deve sempre guadagnare, e non il semplice corollario della dignità, che è identica per tutti e tutte indipendentemente dalle differenze specifiche di ognuno di noi - perché poi siamo tutti differenti gli uni dagli altri, e sono proprio le nostre differenze a renderci unici.” Stirpe e vergogna, Michela Marzano ~ Rizzoli Questo libro è una lunga lettera d’amore rivolta alla famiglia, al padre. È una richiesta d’amore, le cui pagine, anche amare, sono terapeutiche per l’animo di Michela. È la ricerca della verità che si dipana nel periodo più sofferente e buio della Storia: l’Italia Fascista. Questo libro è un saggio, in grado di far riflettere sulle radici delle questioni ancora aperte (ancora!) nella nostra Repubblica, dalla lotta per i diritti civili al razzismo, dalle leggi contro l’omofobia alla discriminazione nel senso più inclusivo del termine. Una cronistoria documentale che incede spedita, narrazione scorrevole che pone il lettore al fianco della scrittrice, solidale al Suo vissuto e pronto a sussurrarLe: “a piccoli passi, non temere, ce la faremo”. Un libro privo di sovrastrutture, libero, vero, diretto al cuore prima che alla razionalità, un testo che andrebbe letto nelle scuole, perché il racconto famigliare possa avere una funzione didattica oltreché educativa. Gratitudine e un sincero plauso a @michelamarzano per questo regalo fatto alla società civile, contributo alla storia di ognuno di noi. . #lingegnerechelegge
Michela Marzano fa i conti con la propria storia familiare, che è anche la storia del nostro paese, con rigore, passione e persino spietatezza. Pagine lontane dai vuoti di memoria e dall'autoindulgenza di cui in Italia siamo campioni. Ancora una volta da questa autrice un libro bello, sofferto, necessario.
Recensioni
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