Adoro Luigi Lo Cascio come attore e ho deciso di leggere questo libro incuriosito dal suo esordio come scrittore. Il libro comincia molto bene. Il primo racconto è scorrevole e si fa leggere. Ma già il dialogo successivo tra il granchio e lo scorpione delude un po', manca il conflitto, poteva essere un solo personaggio, per un uomo che conosce le scene, e la vita teatrale, è uno scivolone. Procedendo, non troviamo mai una genialata o qualcosa di trascinante, o divertente o commovente, molti racconti però sono chiari, piacevoli, potenzialmente accostabili ai racconti di Buzzati, il problema è che si alternato ad altri racconti troppo complicati, parabolici, che danno la sensazione di essere stati scritti senza l'attenzione per il lettore, onanismi, che ricordano lontanamente racconti di Calvino, soprattutto quelli de " Le città invisibili" senza però la stessa abilità e appunto la presa di coscienza che poi saranno letti da qualcuno. Avrei dato tre stelle, ma una stella in più mi sento di segnarla per dare stimolo, Il libro non è affatto male, è un buon libro, e fa ben sperare nel prossimo. I gusti sono gusti, ma gli altri due commenti mi sono sembrati troppo impietosi, soprattutto dalla persona che non ha finito, il libro, Per dare un giudizio a qualsiasi libro, ci vuole un minimo di rispetto e fair play, pertanto, finirlo.
Storielle per granchi e per scorpioni
Luigi Lo Cascio, confermando il suo talento di scrittore e forte di una tradizione letteraria che va da Landolfi a Buzzati e da Kafka a Borges, dà voce alle nostre più grandi paure e alle piccole ossessioni, denudandole e portandole all’estremo, al punto da renderle paradossali e grottesche – quando non, per contro, liriche e commoventi.
Abbiamo intorno un mondo per salvarci, ma raramente ci facciamo caso.
Chiamarle “storielle” è cosa seria – come seri sono sempre i giochi –, perché in verità questi racconti, con una vena umoristica che percorre tutto il libro, invitano a meditare, e con il lettore – proprio come fa il titolo – giocano continuamente: lo spiazzano, ne spostano lo sguardo sollevandolo dalla quotidianità o, al contrario, spingendolo nelle pieghe dei giorni per osservarli al microscopio. Racconti filosofici, insomma, ma “da prendere con le pinze”, così come con le loro chele il Signor Granchio e il Signor Scorpione, dialogando fra loro di letteratura, deprecano l’abitudine degli uomini a scrivere solo di uomini, aprendo il ventaglio delle possibilità narrative a tutti i regni: animale, minerale, vegetale, con l’aggiunta del mirabile spettrale – il regno dei fantasmi. Ed ecco allora un saporito susseguirsi di storie di uomini ma anche di gatti e di batteri, di mosche che mangiano divani, ecco congiure di ceneri e spettri di soldati caduti in battaglia, ecco capre che fanno innamorare e fiori che emigrano in Norvegia.
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Anno edizione:2023
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Domedap 04 agosto 2023Fa ben sperare per il prossimo
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Maddalena 21 giugno 2023Estenuante
Delusione: il genere "demenziale" non fa per me, peccato perché le aspettative su Lo Cascio erano molte; chissà cos'ha spinto l'Autore a tanto poco........
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Elisa 17 maggio 2023Non sono riuscita a finirlo
E' la prima volta che mi capita di arrendermi nemmeno a metà libro. Non sono riuscita ad andare avanti. Già dal primo racconto il libro è surreale, assurdo. Forse troppo filosofico, ma ad alcuni racconti ho fatto fatica a trovare un senso
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