Fuani Marino ci restituisce un diario sincero e senza abbellimenti, con una prosa diretta e spigolosa, che ha come obiettivo quello di analizzare una realtà di cui non si parla abbastanza e che però, chi più chi meno, ci tocca da molto vicino. Quello che colpisce è che, a tutti gli effetti, un motivo vero per un gesto del genere non c'è, o vi concorrono tante situazioni complesse che, come in un incastro nucleare, collimano con l'esplosione del dolore - o, meglio, il desiderio di annullare un dolore che non si è più in grado di sopportare. La scrittrice non è delicata, non si fa spaventare da trigger warning né si fa problemi nel condividere col lettore una intimità così privata e fragile. Il risultato è un piccolo capolavoro che si legge in una giornata e ti cambia per sempre.
Svegliami a mezzanotte
Svegliami a mezzanotte è un testo incandescente nel guardare senza autoindulgenza, anzi a tratti con affilata autoironia, in fondo al buio. Disturbante come a volte è la vita, ma luminoso nella speranza che sa regalare.
«Fuani Marino racconta in prima persona il proprio suicidio, fallito, e come sia sopravvissuta a sé stessa sette anni fa» – La Lettura
«Un'esperienza di lettura profonda e coinvolgente» – La Stampa
Un tardo pomeriggio di luglio in un'anonima località di villeggiatura, dopo una giornata passata al mare, una giovane donna, da poco diventata madre, sale all'ultimo piano di una palazzina. Non guarda giú. Si appoggia al davanzale e si getta nel vuoto. Perché l'ha fatto, perché ha voluto suicidarsi? Non lo sappiamo. E forse, in quel momento, non lo sa nemmeno lei. Ma quel tentativo di suicidio non ha avuto successo e oggi, quella giovane donna, vuole capire. Fuani Marino è sopravvissuta a quel gesto e alle cicatrici che ha lasciato sul suo corpo e nella sua vita. Ma le cicatrici possono anche essere una traccia da ripercorrere, un sentiero per trasformare la memoria in scrittura. Marino decide cosí di usare gli strumenti della letteratura per ricostruire una storia vera, la propria. In parte memoir, in parte racconto della depressione dal di dentro e storia di una guarigione, anamnesi familiare e storia culturale di come la poesia e l'arte hanno raccontato il disturbo bipolare dell'umore, riflessione sulla solitudine in cui vengono lasciate le donne (e le madri in particolare) e ancora studio di come neuroscienze, chimica e psichiatria definiscano quel labile confine tra salute e sofferenza: Svegliami a mezzanotte è un testo incandescente nel guardare senza autoindulgenza, anzi a tratti con affilata autoironia, in fondo al buio. Disturbante come a volte è la vita, ma luminoso nella speranza che sa regalare.-
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Anno edizione:2019
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Enrica 17 ottobre 2024Una malinconia sotterranea
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A. 22 dicembre 2023Memorabile
Il personale e la ricerca scientifica si fondono in un racconto magnifico, doloroso, onesto. Ormai è un pezzo di cuore.
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giuliaants 11 novembre 2022Devastante
Questo è l'unico libro che affronta la maternità da un diversissimo punto di vista. La maternità di una donna che non voleva la figlia, che ha sofferto di disturbi mentali durante e dopo la gravidanza e che, alla fine, ha tentato il suicidio. Ma è anche la storia di una donna che ha saputo rialzarsi, ha saputo cercare aiuto e riprendere in mano la sua vita. E' stato devastante leggere del suo dolore, della sua volontà di amare la sua bambina diversamente. Mi ha spiazzata. Consigliatissimo.
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