Il tagliapietre - Cormac McCarthy - copertina
Il tagliapietre - Cormac McCarthy - copertina
Dati e Statistiche
Salvato in 47 liste dei desideri
Il tagliapietre
Disponibilità immediata
13,18 €
-15% 15,50 €
13,18 € 15,50 € -15%
Disp. immediata

Descrizione

Dopo i dialoghi serrati di Bianco e Nero in Sunset Limited e la resilienza testarda del padre in La strada; dopo le struggenti peregrinazioni di Bobby Western nel Passeggero, è tempo che anche Ben Telfair si unisca alla schiera degli eroi mccarthiani che portano il fuoco e che Il tagliapietre vada a occupare il posto che gli compete.


Sipario. In scena quattro generazioni della famiglia Telfair, scalpellini neri di Louisville, Kentucky. Il protagonista, Ben, ha imparato dal nonno Papaw che «un muro è fatto allo stesso modo in cui è fatto il mondo. Una casa, un tempio». Così, ora che la vocazione del taglio della pietra in famiglia si va esaurendo, Ben dovrà fare come la casa e il tempio, e come quelli resistere e restare. L’ultima opera ancora inedita dell’autore di “Il passeggero” e “La strada”, l’unica nata in forma teatrale, vede la stampa dopo quasi quarant’anni dalla sua stesura, e incastona la tessera finale in un mosaico immaginifico che non cessa di stupirci. Scritto alla fine degli anni Ottanta, poco dopo “Meridiano di sangue”, pubblicato nel 1994, contemporaneamente alla “Trilogia della frontiera”, il dramma in cinque atti “Il tagliapietre” non ha avuto la stessa fortuna dei capolavori suoi coevi e non ha mai visto una rappresentazione scenica se non parziale. Perché? Ben Telfair, protagonista dell’opera nonché suo deus ex machina, chiamato a riflessioni dall’alto peso specifico, è uno scalpellino nero poco più che trentenne che ha abbandonato gli studi in psicologia per dedicarsi alla lavorazione della pietra come suo nonno, l’ultracentenario Papaw. A legare i due uomini non c’è solo l’arte della costruzione muraria – «il mestiere» come Papaw ama definirlo, quasi non ve ne fossero altri. Ciò che Ben ha scelto di abbracciare è un intero sistema di valori, improntato a rettitudine e onestà. Il resto della famiglia ha scelto diversamente: la moglie di Ben, Maven, ambisce alla professione di avvocato; suo padre, Big Ben, alla pietra ha preferito il cemento e le ricchezze che è in grado di produrre, mentre suo nipote, Soldier, ha fatalmente ripudiato un materiale come l’altro. Ben ha radici solide e crede di poter aggiustare tutto. Ma non può. Per quale ragione, dunque, questo quintessenziale paladino mccarthiano non ha mai trovato posto su un palcoscenico? Troppo ricco il linguaggio, è stato detto, dilatato fra il dialetto del Sud e la solenne prosa biblica, troppo metafisico il sottotesto, troppo ardito l’alternarsi dei due Ben sulla scena. Forse, invece, “Il tagliapietre” ha solo scontato un gap temporale. Ora, dopo i dialoghi serrati di Bianco e Nero in “Sunset Limited” e la resilienza testarda del padre in “La strada”; dopo le struggenti peregrinazioni di Bobby Western nel “Passeggero”, è tempo che anche Ben Telfair si unisca alla schiera degli eroi mccarthiani che portano il fuoco e che “Il tagliapietre” vada a occupare il posto che gli compete.

Dettagli

28 gennaio 2025
144 p., Rilegato
The Stonemason
9788806265144

Valutazioni e recensioni

  • Lettere_d_inchiostro
    subito a teatro

    Ben Telfair, protagonista chiamato a riflessioni dall'alto peso specifico, è uno scalpellino nero poco più che trentenne che ha abbandonato gli studi in psicologia per dedicarsi alla lavorazione della pietra come suo nonno, l'ultracentenario Papaw. “Il tagliapietre” è un’epopea familiare che racconta le relazioni fallimentari, il bisogno di trovare un proprio posto nel mondo, in conflitto fra tradizione e modernità. Le quattro generazioni di Telfair che abitano in un casolare di Louisville, Kentucky, sono tutte oggetto delle attenzioni di Ben, deciso più che mai a combattere le ingiustizie del mondo facendo sempre "la cosa giusta" e occupandosi della famiglia affinché tutti abbiano ciò di cui hanno bisogno.  “Il tagliapietre” racconta così i drammi della famiglia Telfair nel giro di tre anni e lo fa con il monologo del protagonista Ben, che racconta quanto succede in scena con un taglio filosofico sul senso del lavoro come fondamenta del mondo. A caratterizzare il dramma teatrale de "Il tagliapietre" è il doppio ruolo di Ben, protagonista sulla scena e voce narrante. A lui è affidato il compito di raccontare, in chiave filosofica, quanto accade sul palco, seduto su uno sgabello. McCarthy si avvale perciò di due registri, con i dialoghi fatti di poche ma taglienti battute alternati al monologo, più lungo e riflessivo. Scritto alla fine degli anni Ottanta, poco dopo Meridiano di sangue, pubblicato nel 1994, contemporaneamente alla Trilogia della frontiera, questo dramma in cinque atti, non ha avuto la stessa fortuna dei capolavori suoi coevi e non ha mai visto una rappresentazione scenica se non parziale. Cionondimeno a questo protagonista spetta la stessa importanza degli altri protagonisti mccarthiani. Forse, "Il tagliapietre" ha solo scontato un gap temporale. Ora, dopo la resilienza testarda del padre in "La strada", dopo le struggenti peregrinazioni di Bobby Western nel "Passeggero", è tempo che anche Ben Telfair si unisca alla schiera degli eroi mccarthiani che portano il fuoco e che Il tagliapietre vada a occupare il posto che gli compete.

  • Giorgio

    Non ho molta esperienza di lettura di testi di opere teatrali, Qui il dialogo dei protagonisti è sempre preceduto dalla minuziosa descrizione dell’ambiente, in cui si trovano ad agire i personaggi. Ho trovato facile immaginare le diverse scene, come osservando il palcoscenico dal posto in platea. I valori della tradizione, dell’onestà e della rettitudine sono condensati nel mestiere del tagliapietre, a cui il nonno del protagonista ha dedicato tutta la sua lunga vita, trovando nel costruire case di pietra la ragione prima dell’esistenza. Ciò ha affascinato il nipote Ben, tanto che torna a ricalcare le orme di suo nonno, lasciando la professione di insegnante. Ma questo non potrà impedire il tragico disfacimento della numerosa famiglia. Scritto quasi cinquant’anni fa, sembra riflettere sulle contraddizioni del progresso, che porta benessere, modificando, però, i valori etici della nostra esistenza. Un’altra attualizzazione al nostro tempo, potrebbe essere il confronto tra il fare materiale, costruire con le proprie mani, e l’avanzare della tecnologia, che ha consentito l’affermarsi del fare virtuale.

Conosci l'autore

Foto di Cormac McCarthy

Cormac McCarthy

1933, Providence (Rhode Island)

Cormac McCarthy è stato uno scrittore americano, vincitore del Premio Pulitzer nel 2007. Cresciuto in Tennessee, dove ha frequentato l'Università, l'ha abbandonata per ben due volte prima di dedicarsi alla scrittura.Entrato nel '53 nell'Air Force, vi è rimasto per quattro anni.Ha vissuto anche a El Paso, in Texas, e a Tesuque, nel Nuovo Messico.McCarthy non concedeva interviste e non frequentava gli ambienti letterari e mondani (del 2007 l'eccezione dell'intervista televisiva con Oprah Winfrey).Tra le sue opere ricordiamo Il guardiano del frutteto, Il buio fuori, Suttre, Meridiano di sangue, Oltre il confine e Città della pianura. Cavalli selvaggi, ha conquistato il National Book Award.Con La strada del 2007 ha vinto il Premio Pulitzer per la narrativa.Dalle opere...

Informazioni e Contatti sulla Sicurezza dei Prodotti

Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da Feltrinelli, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.lafeltrinelli.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.

Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare productsafety@feltrinelli.it