Un po’ deludente rispetto a Spatriati
Ternitti
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È il 1975. Mimì Orlando ha quindici anni quando è costretta a lasciare la Puglia dorata per seguire il padre nella grande fabbrica svizzera che produce lu ternitti: l'eternit, promessa di ricchezza per migliaia di emigranti. Per Mimì quelli al Nord sono gli anni del vetro, del freddo che ghiaccia le cose e le persone. Ma anche quelli della passione segreta per Ippazio, diciotto anni, tra le dita già corrose dall'amianto un fiammifero acceso nella notte per rubare uno sguardo, un istante d'amore... Anni Novanta. Mimì è di nuovo in Puglia. Ha una figlia adolescente, Arianna, poco più giovane di lei. Ma accanto a loro non ci sono uomini, per Arianna non c'è un padre. Madre anticonformista e leale, compagna indomita per le sue colleghe in fabbrica e per tutti coloro che accompagna fino alla soglia dell'ultimo respiro roso dal mesotelioma da amianto, è una donna che sa parlare con le proprie inquietudini e paure ma anche - ascoltando le voci degli antenati che sempre la accompagnano - guardare al futuro senza piegarsi mai. "Ternitti" in dialetto significa anche tetto, e il destino vorrà che questa parola sia il sigillo di una vita intera: proprio su un tetto, finalmente a contatto col cielo, Mimì saprà riscattare la sua gente e forse anche il suo amore. La vicenda di un popolo tenace, la tragedia del lavoro che nutre e uccide, la meschinità di un uomo e la fierezza di una donna: tutto si compone con la semplice necessità delle umane cose in un romanzo luminoso e maturo.
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Autore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2011
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Vale 24 agosto 2022
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MARCO CALABRESI 29 dicembre 2011
Un bel libro..è piacevole da leggere ed a tratti divertente. Ho letto tutti gli altri 5 finalisti al premio strega e credo che poteva anche aver miglior fortuna anche se credo che l'autore avrà altre numerose occasioni, se riuscirà a mantenere uno stile così leggero, ma allo stesso tempo intenso, nel raccontare storie importanti.
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GIULIO VOLPI 29 agosto 2011
Mi è piaciuto questo libro di Desiati e onore al merito dell'autore che scopro essere davvero giovanissimo (...classe '77!) ma con uno stile asciutto e preciso e, soprattutto, con una piacevole padronanza lessicale. La protagonista, Mimì, affascina per la sua bellezza e il suo carattere ribelle, il fratello strappa più di qualche sorriso nelle sue crisi di demenza alcolica e nel complesso la storia coinvolge e appassiona. Il finale a lieto fine è senz'altro gradito in un periodo in cui molti lettori nutrono il desiderio di rilassarsi più che di incupirsi.
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