Il regista Abderrahmane Sissako si richiama ai recenti eventi drammatici della città di Timbuctu, antica gloriosa capitale culturale africana, dopo l'arrivo degli integralisti islamici che vi impongono la legge della Sharia. Donne costrette a sposarsi, divieto di ascoltare musica, di usare cellulari e di giocare a calcio, obbligo della barba per gli uomini e di velo e guanti per le donne, donne costrette a sposarsi, condanne a morte per relazioni sentimentali illecite. E abusi di potere da parte di chi impone una legge religiosa spesso usata solo per interessi personali. Un inferno ambientato in un bellissimo paesaggio africano.
Timbuktu
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Non lontano da Timbuktu, occupata dai fondamentalisti religiosi, in una tenda tra le dune sabbiose vive Kidane, in pace con la moglie Satima, la figlia Toya e il dodicenne Issan, il giovanissimo guardiano della loro mandria di buoi . In paese le persone soffrono sottomesse al regime di terrore imposto dai jihadisti determinati a controllare le loro vite. Musica, risate, sigarette e addirittura il calcio, sono stati vietati. Le donne sono state obbligate a mettere il velo ma conservano la propria dignità. Ogni giorno una nuova corte improvvisata emette tragiche e assurde sentenze. Kidane e la sua famiglia riescono inizialmente a sottrarsi al caos che incombe su Timbuktu. Ma il loro destino muta improvvisamente quando Kidane uccide accidentalmente Amadou, il pastore che aveva massacrato Gps, il bue della mandria a cui erano più affezionati. Kidane sa che dovrà affrontare la corte e la nuova legge che hanno portato gli invasori.
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Regia:
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Interpreti:
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Paese:Francia; Mauritania
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Produzione:Eagle Pictures, 2015
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Distribuzione:Eagle Pictures
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Durata:97 min
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Lingua audio:Italiano (Dolby Digital 5.1);Originale (Dolby Digital 5.1)
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Lingua sottotitoli:Italiano
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Formato Schermo:2,35:1
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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ROBERTA BARAZZA 27 novembre 2016
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Il film è uno spaccato di Africa subsahariana presentata da un regista africano, mauritano per l’esattezza ma cresciuto in Mali proprio dove è ambientato questo suo quarto lungometraggio (“La vie sur terre”, “Aspettando la felicità”, “Bamako”). Abderrahmane Sissako come cineasta si è formato a Mosca respirando la recente apertura russa verso il mercato europeo che non scorda però la lezione dei grandi della tradizione cinematografica sovietica. Il Mali di Sissako è maestoso negli spazi della natura, con fiumi e deserti ondulati, e pacifico con i suoi riti e la sua solennità atemporale. Timbuktu è qui la porta leggendaria del Sahara, storico snodo dei traffici carovanieri di oro e schiavi. Finché non incombe lo straniero che al giorno d’oggi ha il volto del fondamentalismo islamico, con le sue rigide leggi coraniche e la feroce applicazione della Sharia.
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