Tra Babilonia e Gerusalemme. Scrittori ebreo-tedeschi e il «terzo spazio»
L'Oriente, che allude metaforicamente alla patria perduta con la diaspora, al luogo della memoria culturale, diviene il simbolo della ricerca di una nuova possibile identità non connotata esclusivamente in modo etnico, razziale o religioso. L'autrice analizza la posizione degli scrittori e intellettuali ebreo-tedeschi tra Ottocento e Novecento sotto l'aspetto della continua ridefinizione della loro sfera d'azione e della loro identità, lungi dalla consolatoria quanto illusoria ipotesi di una simbiosi con il mondo tedesco. Il tema portante del volume, la presenza dell'Oriente e della figura dell'orientale, approfondito in scrittori come Heine, Arnold Zweig, la Lasker-Schùler o Celan, rinvia sempre al problema delle origini, ed è un mezzo di riflessione sulla condizione di outsider vissuta dagli scrittori ebrei all'interno della cultura e della società tedesca.
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Anno edizione:2012
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