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Anno edizione: 2020
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Una nuova sorprendente voce nella letteratura contemporanea internazionale. A 28 anni Pajtim Statovci è l’autore di uno dei romanzi europei più celebrati degli ultimi anni.
«Questa è l’opera di un romanziere già maturo, in una tradizione che va da Camus a Kafka, da Kadare a Kristeva. Di una bellezza brutale» - The Guardian
«La scrittura di Statovci è di un lirismo toccante, capace di comprimere in una sola frase rabbia e desiderio, la malinconia e il dettaglio più minuto» - The New Yorker
Bujar è un uomo che sa diventare una donna: può essere una meravigliosa ragazza di Sarajevo che attrae uomini di ogni età o un affascinante giovane spagnolo che fa innamorare ragazze alle quali non sa concedersi. Tra Orlando di Virginia Woolf e Tom Ripley di Patricia Highsmith, Bujar crea continuamente se stesso e la propria storia perché può scegliere chi è, la sua nazionalità, il sesso, semplicemente aprendo la bocca e parlando, nel racconto di una vita trascorsa in viaggio e in fuga, dall’Albania all’America, passando per Roma, Madrid, Berlino, Helsinki. Bujar narra la sua storia in prima persona, a partire dall’adolescenza poverissima a Tirana. La morte del padre, il dolore della madre, la scomparsa della sorella, e poi l’amicizia con Agim, coetaneo e vicino di casa, rifiutato dalla famiglia per il suo orientamento sessuale. Entrambi fuori luogo in un paese devastato, sempre più dipendenti l’uno dall’altro, decidono per la fuga, a caccia di un futuro che gli appartenga. Vivono per le strade di Tirana, poi sulla costa, fino al viaggio da clandestini in Italia attraverso l’Adriatico. Dall’isolamento, l’umiliazione, la vergogna, nascerà un nuovo Bujar. Emozionante riflessione letteraria sull’identità condotta con una sensibilità innovativa e spiazzante, il romanzo segna il talento di un autore giovanissimo, capace di raccontare l’appartenenza e l’esclusione, l’amore e la crudeltà in un libro «che come una potente fenice sorge dalle ceneri del secolo precedente» (The Guardian).Oggi voglio parlarvi di un libro che mi ha colpito particolarmente, "Le transizioni" di Pajtim Statovci, edito da Sellerio. Le transizioni sono passaggi di stato, continui tentativi di non fermarsi in una sola forma. Il protagonista Billard non si sentirà uomo, non si sentirà donna, greco, albanese, francese, non si sentirà di appartenere a nessuna identità o forma. Il romanzo è molto forte e ci mostra come sia difficile venir fuori da un mondo ingiusto fatto di estrema povertà e solitudine, è scritto con intenso lirismo e a volte vi scapperà qualche lacrima.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Straziante, struggente, bellissimo.
Libro che tratta una tematica complessa in maniera efficace, molto interessanti i cenni storici e i racconti epici appartenenti alla tradizione albanese. Il racconto dell'infanzia e della fuga dal paese natale risulta coinvolgente e a tratti emozionante. Unica pecca, ho trovato alcune descrizioni nella seconda parte dell'opera un po' superficiali, prive di profondità e leggermente stereotipate, forse causate dalla giovane età dell'autore. Nel complesso comunque un ottima lettura
Mi sono innamorata di questo libro già dalle prime pagine. La storia di Bujar e del suo migliore amico è una storia che ci mostra la vita in tutta la sua crudeltà, in questo romanzo non c'è spazio per le illusioni. Bujar sapeva di essere speciale, lo sentiva dentro, ma a causa della terribile società in cui viviamo le persone "diverse" non hanno spazio. La sua diversità era orripilante per qualcuno, inconcepibile per altri, oppure era una condizione da sfruttare per fare soldi. È un libro toccante, parla di temi come l'identità di genere, l'immigrazione, l'amore e l'amicizia, che a volte si fondono. Mi ha spezzato il cuore leggere la storia di Bujar, vorrei tanto abbracciarl* e chiedergli scusa per come siamo diventati
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