Augé, come il discepolo Tommaso, sa di aver messo il dito nella piaga, dando voce al dubbio di sempre: DIO ESISTE? Nelle sacre scritture si legge "Dio, nessuno l'ha mai visto!". Certo è che nessuno lo ha davvero mai visto. Tranne i trapassati - come si viene invitati a credere - cioè coloro già al cospetto dell'Onnipotente, ma che mai sono tornati quaggiù a raccontarcelo. Mistero della fede. O lo si sposa o lo si rigetta. Il titolo mette curiosità e stampato sulla copertina, nelle limacciose acque teverine, invita il lettore a cercarle nel libro: quali sono, chi le ha dette, perché? Soprattutto: cosa cambierà ora che sono state proferite? DIO-NON-ESISTE, parole rivoluzionarie che sovvertiranno per sempre l'ordine delle cose, dentro e fuori la Chiesa, soprattutto perché pronunciate dal Vescovo di Roma. Che il Papa abbia voluto burlarsi dei fedeli radunati in piazza San Pietro per il 1° di aprile (mica una data qualunque) o abbia voluto lanciare, urbi et orbi, una provocazione a Roma e al mondo, perché gli uomini ritornino presto alle cose vere, rinunciando al superfluo, all’inutile? Le guerre di religione sono sempre esistite. In nome di Dio s’è combattuto, ucciso, si son messi al rogo innocenti bollandoli come stregoni, sobillatori, sovversivi, impostori. I flussi migratori - vecchi come il mondo - han riempito di cittadini del mondo le nostre strade e le nostre città. Uomini, donne, bambini in fuga da terre dove è impossibile immaginare un futuro. Là, sono rimasti i vecchi, impossibilitati a muoversi, incapaci d'affrontare lunghi, disperati, incerti viaggi verso l'ignoto. Si sono sacrificati, in un certo senso, per i loro figli e nipoti. La non conoscenza e il mancato incontro generano timore e paura, invidia e sospetto, gelosia e rancore. Non sono bastati duemila anni di predicazione e testimonianza per redimere il cuore dell'uomo. Per sconfiggere il peccato e far trionfare il bene. Il Papa ha voluto ammonirci? DIO-NON-ESISTE. Nel senso in cui esistiamo noi?
Le tre parole che cambiarono il mondo
Il giorno di Pasqua del 2018, nel tradizionale discorso urbi et orbi, il papa, dopo un lungo silenzio, esclama a gran voce: “Dio non esiste”. Tre parole che gettano nello sconcerto cristiani, ebrei, musulmani, agnostici, atei, e scatenano uno tsunami nel mondo intero.
«Ecco che d'un tratto spariscono "turbanti, veli, kippa, talari" e che di tutte queste ostentate identità religiose (altrettante "incarnazioni dell'uomo sandwich") non resta più niente (la ragione, che quando dorme genera mostri, quando è svegli opera miracoli).» – Sette del Corriere della Sera
È l’inizio di una settimana folle, che incendierà il pianeta e farà piazza pulita di ogni sentimento religioso. Ma che cosa ha spinto il sommo pontefi ce a un intervento così intempestivo? In tempi di massacri nel nome della religione, questa favola contemporanea, visionaria e insolente, che tiene il lettore con il fi ato sospeso, lascia trasparire gli accenti di una fede illuministica nella ragione: forse, senza la violenza che a volte il sentimento religioso comporta, la fratellanza tra gli esseri umani non sarebbe più un’utopia.
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Anno edizione:2016
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In commercio dal:20 ottobre 2016
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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SIMONE NICOLETTO 25 novembre 2016
L'idea di base del libro è sicuramente affascinante e molto provocatoria. Cosa succederebbe se un giorno il papa uscisse alla finestra e dicesse che Dio non esiste? Le conseguenze socio-politiche a livello mondiale sarebbero molteplici e gravissime, e Augé cerca di darne un quadro il più possibile completo. Il libro è un racconto di poche pagine, in cui però è molto più interessante l'incipit dello sviluppo e della conclusione. In così poco spazio non era facile creare un intreccio degno di questo nome, e a mio parere l'autore non ci è riuscito se non in parte. Consigliato ma non aspettatevi un capolavoro.
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Maria Teresa Cascella 22 novembre 2016
Un libretto che si legge in un'ora, ma che scrive qualcosa che in molti vorremmo che accadesse. Tre parole lanciate come una bomba da Papa Francesco durante il messaggio Urbi et Orbi di una Pasqua capitata di primo aprile (non a caso, direi). Tre parole che molti condividono, ma che nessuno si aspetterebbe possano arrivare da quella fonte: Dio non esiste. E in una settimana diversa da tutte le altre il mondo ci si confronta e reagisce in un crescendo di eventi che portano inevitabilmente al finale. E si resta lì a chiedersi che cosa succederebbe nella realtà se quelle tre parole venissero davvero pronunciate.
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