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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2021
Una storia intima e universale, di grande potenza narrativa, che racconta con ironia e dolcezza quel fragile universo "imperfettamente perfetto" che è la famiglia. Un'ambientazione dal forte immaginario letterario: Procida.
«Marone va per la sua strada, buttando giù pregiudizi a colpi di delicatezza come nella lezione dell'amato Troisi» - Robinson - La Repubblica
«Il romanzo di Lorenzo Marone è ispirato da un sentimento autentico. Un "onora il padre" sullo sfondo di Procida, l'isola che c'è» – La Lettura
«Eravamo io e lui ai piedi del Tirreno, con tutta l'isola, la nostra isola, e con il nostro passato, alle spalle»
La vita di Andrea Scotto è tutto fuorché perfetta, specie quando c'è di mezzo la famiglia. Quarantenne single e ancora ostinatamente immaturo, Andrea ha sempre preferito tenersi alla larga dai parenti: dal padre Libero Scotto, ex comandante di navi, procidano, trasferitosi a Napoli con i figli dopo la morte della moglie, e dalla sorella Marina, sposata, con due figlie e con un chiaro problema di ansia da controllo. Quando però Marina è costretta a partire lasciando il padre gravemente malato, tocca ad Andrea prendere il timone. È l'inizio di un fine settimana rocambolesco, in cui il divieto di fumare imposto da Marina è solo una delle tante regole che vengono infrante. Tallonato da Cane Pazzo Tannen, un bassotto terribile che ringhia anche quando dorme, costretto a stare dietro a un padre ottantenne che non ha affatto intenzione di farsi trattare da infermo, Andrea sbarca a Procida e torna dopo anni sui luoghi dell'infanzia, sulla spiaggia nera vulcanica che ha fatto da sfondo alle sue prime gioie e delusioni d'amore e tra le case colorate della Corricella scrostate dalla salsedine. E in quei contrasti, in quell'imperfetta perfezione che riporta a galla ferite non rimarginate ma anche ricordi di infinita dolcezza, cullato dalla brezza che profuma di limoni, capperi e ginestre o dal brontolio familiare della vecchia Diane gialla della madre, Andrea troverà il suo equilibrio."Tutto sarà perfetto" di Lorenzo Marone. Devo premettere che portare a termine la lettura di questo libro mi è costato un grande sacrificio emotivo per ragioni strettamente personali che non starò a raccontare. La verità è che Libero Scotto mi è stato caro sin da subito. Un personaggio ben delineato sin dalle prime battute dall’autore con delicatezza e profondità. Un capitano di navi, uomo tutto d’un pezzo, ridotto dalla malattia ad essere l’ombra di se stesso. "Prigioniero" della sua condizione e delle regole ferree impostegli (per amore) dalla figlia, Libero vuole tornare a sentirsi vivo ancora una volta, a Procida, lì dove sono rimasti i ricordi più dolorosi e preziosi. A lui, alla sua fragilità e alla sua brillante arguzia, ho perdonato tutto. Tutto sarà perfetto è la storia di una famiglia che di perfetto non ha nulla. Per questo é una storia che appartiene a tutti. Andrea e Marina sono figli del comandante dalle spalle larghe e le lunghe assenze. Cresciuti sull’isola con la madre, hanno subito la fragilità dei giorni no e goduto della meraviglia dei giorni si. L'hanno amata profondamente nella sua incompiuta bellezza. Ne hanno sentito l'amore sulla pelle. L'hanno perduta troppo presto. Se Libero era rigore, Delphine era instabilità e magia. Vicissitudini, pregiudizi, incomprensioni, fragilità, sensi di colpa, rapporti imperfetti e sentimenti come fuochi inestinguibili si avvicendano in continui flashback che travolgono il lettore e lo conducono tra le vie di Procida, dove l’isola si svela in tutta la sua durezza. L’isola toglie e custodisce. È lì che Andrea ritroverà i ricordi più lontani e dimenticati. Procida gli restituirà suo padre, forse glielo disvelerà per la prima volta. Procida, casa e radici. Passato e futuro. Allora, tutto sarà perfetto.
Si riconosce lo stile di Lorenzo Marone, il suo far emozionare con le parole, con le riflessioni dei personaggi. Libero Scotto, all’apparenza così burbero, scostante e distaccato dal figlio Andrea, si rivela pagina dopo pagina, frase dopo frase, una persona a cui volere bene, nonostante i suoi spigoli caratteriali e i modi tutti suoi di mostrare affetto. Personalmente mi sono molto affezionata a quest’uomo, per come viene descritto anche da ciò che gli altri personaggi dicono di lui, me l’hanno fatto sentire molto vicino, fossi stata a Procida me lo sarei abbracciato (se lui me l’avesse concesso ovviamente 😄). Una cosa che questo libro (che tocca tante tematiche anche un po’ nascoste, in secondo piano), e specialmente Andrea, mi ha insegnato, è l’importanza di non giudicare il nostro prossimo, le persone più vicine a noi, i nostri stessi famigliari, cosa di cui lo stesso Andrea si accorge. Non capiamo mai fino in fondo le persone, anche quelle con cui viviamo 24H/24. C’è sempre un perché, un motivo, dietro alle azioni di tutti noi, condivisibile o meno, ma mai giudicare. Lo stesso Andrea deve conoscere suo padre da capo, imparare a capirlo, rivalutarlo e accettare, seppur con dolore, alcuni suoi gesti e comportamenti. È un grandissimo insegnamento che questo libro mi ha regalato, insieme al valore inestimabile che hanno i genitori. Da amare. Nonostante un po’ di amarezza che mi ha lasciato alla fine, assolutamente consigliato! 🤩
MARIA TERESA LEZZI FIORENTINO “Tutto sarà perfetto”, proprio come questo libro di Lorenzo Marone, che mi tiene compagnia, mi affascina e mi diverte, conquistandomi con la sua narrazione briosa e coinvolgente. Sorrido e rido mentre leggo, apprezzando lo stile lineare di uno scrittore che scopro soltanto ora. Già penso però di recuperare leggendo anche gli altri suoi libri. Col sorriso ancora sulle labbra mi accorgo che i temi affrontati non sono per nulla banali. La riflessione è d’obbligo! Andrea Scotto, voce narrante e protagonista del romanzo, si ritrova a sostituire la sorella Marina e ad assistere, suo malgrado, il padre Libero, il comandante. Per la prima volta lo guarda con occhi diversi, senza dimenticare come gli appariva da bambino e così rivede la propria vita, sciogliendo quei nodi che l’avevano allontanato dalla sua famiglia. Ed è quel suo andirivieni dal presente al passato che segue il sentiero dei ricordi, a fargli riscoprire emozioni che il tempo non ha cancellato, tra i pensieri di ieri e le riflessioni mature di oggi. Le relazioni familiari e il conflitto su cui s’incardina la narrazione diventano il fulcro del riscatto, della ricomposizione, della ritrovata voglia di esserci, di vivere, di continuare, perché anche se “per una vita combatti chi ti ha messo al mondo ritenendolo indegno o semplicemente sbagliato, lo incolpi e accumuli rabbia, poi ti accorgi che è tutto quel che hai, o che avevi”. C’è “qualcosa di carnale nel rapporto fra genitori e figli, qualcosa che si nasconde nello sguardo, nella bocca, si confonde con il respiro e ha che fare con i sensi, con il sangue e con le cose che sanno di antico e ci sfuggono …” E mentre seguo la narrazione, mi ritrovo anch’io a Procida, vedo “ le sue case bianche e dai colori pastello affondate nel suolo tufaceo che digrada in acqua”, sento il miscuglio di fragranze portato dal mare “di gelsi, corbezzoli, ginestre e fichidindia aggrappati alla falesia a strapiombo sulla spiaggia, di olive verdi e corpose, di caprifogli e passiflora, di capperi ed euforbia, di ghiaia vulcanica e ibisco”. Procida è un’isola da amare. Ora torna ad essere viva per Andrea, con i suoi colori, con le sue fragranze, una terra per ritrovare le proprie radici che non si trasformeranno in catene perché lui sa guardare oltre. Ricordi, dolore, affetti familiari, sogni, aspirazioni, tutto per Andrea può essere fermato con uno scatto o con una descrizione. Al lettore il piacere di leggere, di pensare, di riflettere sull’essere umano, sui suoi conflitti, sulle relazioni interpersonali spesso così complicate e talvolta ingestibili. Il piacere di leggere e ritrovare temi universali inchiostrati di emozioni. Grazie a Lorenzo Marone. Grazie a Rita, che con entusiasmo mi ha fatto conoscere il libro sulla sua amata isola.
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