Un uomo, l’ultimo sopravvissuto, un cavaliere, un pistolero, Roland è il suo nome, sta seguendo una via, precisa, e nulla gli farà cambiare idea, è alla ricerca folle e disperata della Torre. Ha bisogno di risposte per fugare domande che nemmeno sapeva di dover porre, e l’unico che può aiutarlo in questo è un uomo, l’uomo in nero. Le difficoltà del viaggio si vedranno dal primo momento, e la fatica per poter raggiungere l’obiettivo sarà evidente. Dalle prime pagine di questo libro si hanno chiare descrizioni del paesaggio, ambientarsi non è difficile. Come è chiaro il viaggio solitario del Pistolero. Lui circondato da infinito deserto, e questo rende già l’idea di una sconfinata angoscia. Vivrà diversi momenti che lo metteranno a dura prova, dove dovrà confrontarsi con aspetti che nemmeno lui riesce totalmente a comprendere. Proverà emozioni durante questo viaggio, che trova difficili da riconoscere, e a volte anche da ammettere. Non ci sono moltissimi personaggi, quindi risulta abbastanza chiaro come mantenere una visione d’insieme quando si rapportano queste personalità tutte completamente diverse tra di loro. Prima di leggere questo volume ho letto abbastanza libri di Stephen King, per capire quanto lui sia legato alla simbologia nei suoi racconti, e quanto lo “tormenti” questo perenne binomio del Bene e del Male, che si rincorrono costantemente. Quando si vede la prima pagina, c’è un numero, il 19, che assumerà ben presto un certo significato. Poi arriverà il numero 3, quando Roland chiederà risposte all’Oracolo. Le 7 carte che prediranno il suo futuro. Ne starò dimenticando altri probabilmente. Ma poi ci sono tre personaggi in particolare che mi hanno colpita, e ho compreso dei loro aspetti solo dopo aver finito il libro. •Il Pistolero, Roland, oltre ad avere questo ruolo del cavaliere, rappresenta l’uomo, per come è nella realtà, in tutta la sua “umanità”. Come lui che cerca di trovare la via verso la conoscenza, ma il limite che pone la sua mente lo porta a questo senso di frustrazione mista ad una inconsapevolezza nei confronti di ciò che è noto. Oscilla nei meandri della sua esistenza, ponendosi domande alle quali non riesce a trovare risposta; •Jack, personaggio che ho apprezzato tantissimo, rappresenta quel barlume di conoscenza e sapere che l’uomo a volte possiede e a volte sfugge a tutto questo. Come personaggio lui cercherà di comunicare con Roland, ma molte volte quest’ultimo non comprenderà totalmente ciò che Jack vuole dirgli. Perché alla base mancava una conoscenza che non poteva possedere. Mentre Jack affrontava l’ignoto con un’iniziale paura, che riesce poi a tramutare in una nuova consapevolezza, comprendendo e leggendo aspetti di Roland, facendolo in modo naturale, ma questo perché Roland, per quando potesse essere imperturbabile, è pur sempre umano, e le sue emozioni a volte lo tradiranno; •L’uomo in nero, irraggiungibile all’inizio, solo le sue tracce potevano essere visibili, per poi trovarlo alla fine. Ovunque andava lascia un segno, qualcosa che il Pistolero potesse valutare come indizio per trovarlo. Lui rappresenta l’aspirazione a quella conoscenza suprema, alla quale si cerca costantemente la via per raggiungerla. Finalmente si può conoscere questa figura immersa nel mistero, gli si dà un volto, ci si fa un’idea. Ha dato in parte delle risposte, ma ha lasciato moltissimi dubbi. L’uomo in nero stesso rincorre questa infinita conoscenza, che a volte non sa come interpretare. Ma darà la possibilità a Roland di scoprire cose, che purtroppo non comprenderà subito, e forse non lo farà mai. Ho valutato questi personaggi come se ci fosse un legame invisibile, ma necessario. Ammetto che ho temuto la possibilità di non apprezzare questa lettura, ma verso la fine sono stata completamente rapita da questa storia
L'ultimo cavaliere. La torre nera. Vol. 1
Il capostipite della saga culto «La torre nera», un classico della narrativa contemporanea
«La saga della Torre Nera è la madre di tutte le mie storie, il grande contenitore della mia opera» - Stephen King
L'ultimo cavaliere è il primo romanzo della serie «La Torre Nera», che ha impegnato il genio creativo di Stephen King per oltre trent'anni: una saga fantastica, ambientata in un mondo di sinistre atmosfere e macabre minacce, che appare come lo specchio oscuro di quello reale. Scritto in età giovanile e completamente rivisto dall'autore prima della pubblicazione dei capitoli conclusivi del ciclo, questo romanzo mostra un nuovo, appassionante aspetto dello straordinario talento creativo di Stephen King. Qui, in uno sconfinato paesaggio apocalittico, l'eterno, epico scontro fra il Bene e il Male s'incarna in uno dei più evocativi personaggi concepiti dall'autore: il pistolero Roland di Gilead, l'ultimo cavaliere di un mondo «che è andato avanti», leggendaria figura di eroe solitario sulle tracce di un enigmatico uomo in nero, verso una misteriosa Torre al centro dell'universo.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2017
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Nicole 01 gennaio 2025
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Fenris 30 dicembre 2024Una saga indimenticabile
Una storia che rimane nel cuore quella di Roland, una storia che lascia cicatrici profonde. Stupefacente e ricca di epicità la saga della Torre Nera, anche se molti percorsi lasciano con l'amaro in bocca e un'angoscia che vi accompagnerà fino alla fine.
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Vincenzo 23 dicembre 2024Capolavoro
Capolavoro
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