Le fantasiose peripezie, con le quali Linnea si sbarazza dei tre manigoldi, sono surreali e strappano sempre un sorriso. Lo raccomando. Molto scorrevole
I veleni della dolce Linnea
Nel giardino di una casetta rossa, nella quieta campagna dei dintorni di Helsinki, un'esile vecchietta sta annaffiando la sua aiuola di violette. Le rondini volteggiano cinguettando, i calabroni ronzano, un gatto sonnecchia sul prato. Ma l'idillio, ahimè, è solo apparente: la vita tranquilla di Linnea Ravaska, ottuagenaria vedova di colonnello, è avvelenata da una banda di malfattori che piomba ogni mese dalla capitale per estorcerle la pensione. Lo snaturato nipote Kauko e i suoi degni accoliti non si accontentano di derubarla, ma devastano tutto quanto si trovano davanti, torturano il gatto, picchiano per gioco, saccheggiano, sporcano, distruggono, senza che Linnea osi ribellarsi, fino al fatidico giorno in cui il troppo è troppo.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Edizione:4
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Anno edizione:2003
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alessandra vailati 24 giugno 2020
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L’ottantenne Linnea potrebbe trascorrere una serena vecchiaia se non fosse per il suo scapestrato nipote Kauko che ogni mese la perseguita per farsi dare la pensione che poi sperpera in bagordi. Il tormento dura da anni fino ad arrivare alla totale esasperazione: Kauko si presenta dall’anziana zia in compagnia di 2 amici delinquenti che in pieno stile “arancia meccanica” le devastano la casa, la malmenano, torturano e uccidono il gatto. Linnea decide di ribellarsi e denuncia il nipote, scappa ad Helsinki da un suo vecchio amore per curarsi le ferite e, in previsione della vendetta del nipote, si prepara un veleno per porre fine alla sua esistenza. Ma Lineea, vedova di un colonnello, è una donna coriacea e, come scopriranno a loro spese i tre teppisti, non è facile da eliminare. Il romanzo è molto ironico e divertente e la protagonista è una vecchietta adorabile che ricorda le protagoniste di “Arsenico e vecchi merletti” anche se più svampita (me la sono immaginata come la “nonna Abelarda" dei fumetti che leggevo da bambina). Linnea cerca di sopravvivere: d'altronde è la vedova di un colonnello e da alcuni ricordi sembra che anche lei “portasse i pantaloni a casa”. Sono molto divertenti i suoi ricordi delle persone defunte (in particolare il marito e la cognata) e c’è molta amara ironia nel ricordo della fuga in Brasile dopo la sconfitta della seconda guerra mondiale. La critica di Paasilinna contro la società finlandese è molto forte: dalle problematiche sociali (la disoccupazione giovanili, il sistema assistenziale etc) all’insuperabile frattura tra i giovani e gli anziani dove i rapporti sono solo di sfruttamento e di violenza. Geniale, come sempre, il finale.
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