Il ventre di Parigi - Émile Zola - copertina
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Il ventre di Parigi
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Descrizione


I famosi mercati generali parigini, Les Halles, sono il grande protagonista del romanzo, pubblicato nel 1873 e terzo del ciclo dei Rougon-Macquart: «Un gigantesco ventre di metallo, inchiavardato, saldato, fatto di legno, vetro e ferro». Questa moderna “natura morta”, traboccante di cibo, satura di odori penetranti, livida di contrasti violenti tra opulenza e miseria, fa da cornice alle vicende di due fratelli. Florent è un ex rivoluzionario rientrato clandestinamente a Parigi dopo aver scontato la prigionia alla Cayenne per i suoi trascorsi giacobini: dall'Impero ha avuto solo deportazione e fame. Quenu è un agiato charcutier delle Halles: l'Impero ha reso possibile la sua scalata sociale e gli ha aperto le porte della piccola borghesia mercantile. Gli astratti furori del giovane idealista sono destinati alla sconfitta nello scontro con il torpore ipocrita e soddisfatto di chi è dedito solo alla ricerca e alla difesa del proprio benessere. Mentre celebra la potenza e il trionfo dell'Impero, "Il ventre di Parigi" denuncia l'egoismo e la viltà della borghesia francese ai tempi di Napoleone III, corrotta da due vizi antichi: il denaro e l'arrivismo.

Dettagli

Tascabile
1 gennaio 2007
320 p., Brossura
Le ventre de Paris
9788811361336

Valutazioni e recensioni

  • Il protagonista assoluto del terzo libro dei Rougon-Macquart è il mercato parigino de Les Halles. Zola lo descrive quasi con sembianze umane. Un mercato che si sveglia la mattina presto con l'arrivo dei contadini che portano frutta, verdura, carne, pesce, latte, formaggi e fiori, respira e scarica tutta la sua merce di giorno, con i parigini che si accalcano a comprare ogni sorta di genere alimentare, simbolo di una ricchezza e di un benessere crescenti sotto il tardo impero di Napoleone III. Ma il mercato de Les Halles è fatto soprattutto di persone. E qui Zola sfodera tutta la sua maestria nel tratteggiare i mercanti, soprattutto le donne, intente a vendere i loro prodotti, o le mogli dei proprietari delle botteghe, pronte a farsi la concorrenza tra loro. I mercati si fondano su pettegolezzi e dicerie, bugie dette per screditare un concorrente. Questi "giochi di potere" vengono dipinti da Zola con la sua solita ironia, il suo stile pungente ma sempre garbato, che riesce a farci vedere chiaramente tutte le sfaccettature del personaggio al punto da farcelo amare od odiare totalmente. All'interno del mercato si muove la povera figura di Florent, tornato dal confino e riunitosi con la famiglia del suo ricco fratello macellaio, che non ha perso il sogno di fare la rivoluzione. Il suo arrivo turba la quiete familiare e Lisa, la moglie del fratello, diventa l'altra protagonista del libro, divisa tra il rispetto per Florent e l'amore per il suo "status sociale", come diremmo ora. Superlative sono le figure di contorno della trama principale. Le tre pettegole per eccellenza, sempre a tramare nell'ombra , pronte ad allearsi ora con uno ora con l'altro pur di trarne qualche beneficio. L'eccentrico pittore Claude Lantier, che poi ritroveremo nel volume "L'Oeuvre". I due ragazzini Marjolin e Cadine, nati e cresciuti allo stato brado nel mercato e mai usciti da lì. Un libro stupendo, capace di trasformare un soggetto inanimato in una entità dotata di vita propria.

  • ILARIA GESSI

    E' stato il primo approccio con il ciclo "Rougon-Macquart". Fin dalle primissime pagine lo stile narrativo coinvolge pienamente; incredibile a mio avviso la descrizione dell'entrata nella città di Parigi e delle scene successive magistralmente sviluppate, che definirei come "leggere un quadro" tale è l'abilità dell'autore nel tinteggiare dettagli e personaggi che ci accompagneranno fino alla fine del romanzo in un susseguirsi di eventi. Un libro da leggere assolutamene per gli appassionati del realismo francese.

Conosci l'autore

Foto di Émile Zola

Émile Zola

1840, Parigi

Scrittore francese. Rimase presto orfano e trascorse l'infanzia e la giovinezza in gravi ristrettezze economiche. Prima di raggiungere il successo con i suoi romanzi, visse lavorando presso la casa editrice Hachette e facendo il giornalista, attività che non abbandonò mai del tutto. Considerato il caposcuola del naturalismo letterario, fu al centro di numerose polemiche artistiche, impegnandosi, tra l'altro, nella difesa di Manet e degli impressionisti ("I miei odii", 1866). Ma l'avvenimento più clamoroso della sua vita è legato al caso Dreyfus. Schieratosi con gli innocentisti, denunciò il complotto militarista e reazionario con la famosa lettera aperta (J'accuse) pubblicata su "L'Aurore" (1898). Condannato a un anno di carcere, per evitare la prigione,...

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