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Verrà la morte e avrà i tuoi occhi - Cesare Pavese - copertina
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Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
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Verrà la morte e avrà i tuoi occhi - Cesare Pavese - copertina
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Descrizione


"Verrà la morte e avrà i tuoi occhi", pubblicato postumo, comprende dieci poesie (otto in italiano e due in inglese), tutte scritte tra l'11 marzo e il 10 aprile del 1950 a Torino e tutte inedite, ritrovate fortuitamente tra le carte di Pavese dopo la sua morte, in duplice copia, nell'ordine in cui sono state pubblicate. La raccolta, pubblicata da Einaudi nel 1951, comprende anche i versi appartenenti al gruppo La terra e la morte, che furono composti nel 1945 a Roma e pubblicati nel 1947 sulla rivista «Le tre Venezie». Si tratta di liriche d'amore, permeate di una struggente nostalgia e scritte con uno stile insolito per Pavese. Sono dedicate all'attrice statunitense Constance Dowling, l'ultimo suo amore non corrisposto, conosciuta alla fine del 1949. Con la raccolta Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, l'autore riprende i temi già sperimentati nei componimenti più tardi di Lavorare stanca e nelle poesie di La terra e la morte. La donna, la cui liricizzazione avviene attraverso le metafore dei grandi temi dell'autore come la terra, la vigna, il vento, la vita e la morte, è il motivo unico e assoluto che pervade tutte le liriche dell'opera e, come ben scrive Gianni Venturi, «non è più e solo il termine di paragone della realtà simbolica, ma è la realtà, la speranza e la disperazione». Prefazione di Tommaso Di Dio.
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Dettagli

2
2021
25 marzo 2021
72 p., Brossura
9788893464765

Valutazioni e recensioni

giuliettarube
Recensioni: 5/5
verrà la morte e avrà i tuoi occhi di Cesare Pavese

È una poesia ma è anche il titolo della raccolta venne pubblicato nel 1951 a seguito del suicidio dell’autore. La poesia racconta ed esprime il dolore scaturito dalla delusione amorosa patita dal poeta per l’attrice americana Constance Dowling. La raccolta di poesie comprende dieci componimenti, di cui otto in italiano e due in inglese. Le poesie sono state tutte scritte tra l’11 marzo e il 10 aprile del 1950 a Torino. Furono ritrovate tutte tra le sue carte dell’autore dopo la sua morte.

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libridimar
Recensioni: 4/5
Poesie meravigliose

Avevo avuto già modo di approcciarmi con la scrittura di Pavese al liceo, quando lessi “La luna e i falò”. Lo avevo apprezzato, ma non mi aveva lasciato niente di particolare dentro (probabilmente ora lo farebbe), e mi ero promessa di rileggere Pavese qualche anno dopo per apprezzarlo di più, e così è stato. Nei versi ho percepito un Pavese diverso da quello che avevo compreso in passato, e ne sono estasiata. Sono poesie che si leggono velocemente, nonostante i temi forti. Una poesia tira l’altra, non ne puoi fare a meno di continuare a sfogliare e a immergerti nei versi di questo grande scrittore italiano. Verrà la morte e avrà i tuoi occhi è un omaggio struggente a Constance Dowling, l'attrice americana che lo aveva abbandonato, queste poesie, scritte in un mese di tormento, preannunciano la fine di ogni speranza. Per Pavese, l'amore non corrisposto equivale alla morte dell'anima. Un intellettuale geniale, tormentato da un vuoto incolmabile: l'assenza dell'amore. […] Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti. In 'Verrà la morte e avrà i tuoi occhi', Pavese intreccia in modo indissolubile i temi dell'amore e della morte. Il poeta, ossessionato dalla fine di una relazione sentimentale, vede nella morte l'unica via d'uscita da un dolore inestinguibile. La fine dell'amore diventa così una metafora della fine della vita stessa. ❤️‍🩹

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 danilù
Recensioni: 5/5
distruggente

l'ho amato, sin da subito

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Recensioni

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Recensioni: 5/5
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Cesare Pavese

1908, Santo Stefano Belbo (Cuneo)

Studia a Torino dove si laurea con una tesi su Walter Withman. Sin dagli anni Venti legge i maggiori autori americani e inizia a tradurre le loro opere. Fra il 1935 e il 1936, per i suoi rapporti con i militanti del gruppo Giustizia e Libertà viene arrestato, processato e inviato al confino a Brancaleone Calabro. Tornato a Torino inizia a collaborare con la casa editrice Einaudi nel 1934 per la realizzazione della rivista «La Cultura», che dirige a partire dal terzo numero. Nel 1945-46 dirige la sede romana della medesima casa editrice. Ha svolto un ruolo fondamentale nel passaggio tra la cultura degli anni Trenta e la nuova cultura democratica del dopoguerra. Dopo la Liberazione, si iscriv al partito Comunista. Seguono anni di lavoro molto intenso, in cui pubblica le sue...

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