La storia dolente di una famiglia con un padre chiuso e difficile, rievocata attraverso i ricordi sofferti della figlia e del figlio, ormai adulti e alle prese con la declinante vecchiaia del genitore. Alla fine interviene anche il padre, ormai anziano, con parole rivelatrici. L'autrice sa esprimere le emozioni dei protagonisti con semplicità e chiarezza, le bastano poche parole per penetrare stati d'animo ed evocare episodi significativi della vita familiare, ora fonte di rabbia, ora di commozione, in cui più di un lettore può a momenti immedesimarsi. Una osservazione: il titolo italiano non corrisponde all'originale (più pertinente rispetto alla situazione familiare e psicologica narrata) e, con la bellissima copertina, potrebbe sviare: non è un romanzo a contenuto propriamente "alpino" o montano, la montagna rimane sullo sfondo, arcigna, quale luogo di lavoro e di "fuga" del genitore (già guida alpina), ma per il resto la storia è altrove, nell'intima vicenda personale dei protagonisti.
La vertigine dell'aquila
Quando Isabelle rimette piede dopo anni nella casa dov’è nata, trova esattamente quello che suo fratello le aveva annunciato: la memoria di suo padre è pian piano inghiottita dall’oblio, e le cose non possono far altro che peggiorare. Per questo Olivier le ha chiesto di tornare, interrompendo la sua lunga assenza da quel piccolo villaggio sulle Alpi, il silenzioso teatro della loro tormentata infanzia che lui, a differenza della sorella, non ha mai abbandonato. Entrambi sanno che è l’ultima possibilità per lei, l’ultima speranza, se non di una riconciliazione, almeno di un contatto con quell’uomo così duro, così impenetrabile, così innamorato della montagna da sembrare in pace solo sulle vette. Certo non in famiglia, non con lei, che non si è mai sentita capita, abbracciata, amata: si è presa la sua rivincita allontanandosi, diventando documentarista subacquea, trovando in un ambiente del tutto opposto quella stessa libertà, quello stesso conforto che suo padre cercava altrove. Ma quello che Isabelle non può sapere è che anche suo padre, in montagna, fuggiva. Da fantasmi incombenti, da cicatrici mai rimarginate che lo imprigionavano a un passato esigente e inflessibile. L’ombra lunga della Storia, come il volteggio minaccioso di un rapace, lo aveva seguito ovunque, pesando sui suoi figli implacabile come una maledizione. La vertigine dell’aquila è un romanzo a tre voci che, con rara intensità, ci porta al cuore dei rapporti famigliari, della loro intrinseca doppiezza: un sistema invisibile di forze che, per percorsi tortuosi, condiziona desideri e scelte, ci lega a ciò che non possiamo mai, di noi stessi, lasciare indietro.
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And 30 dicembre 2024
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