ottima raccolta di poesie, super consigliato
La voce a te dovuta. Testo spagnolo a fronte
Quando, nel dicembre del 1933, esce “La voce a te dovuta”, Pedro Salinas ha già al suo attivo tre raccolte, che ne hanno fatto uno dei poeti più importanti di Spagna: “Presagi, Sicuro azzardo” e “Favola e segno”; la nuova raccolta inaugura una trilogia amorosa che troverà poi ulteriore sviluppo in “Ragioni d’amore” (1936) e nel postumo “Lungo lamento”. Tutte le citate raccolte fanno parte ormai da tempo del nostro catalogo; l’unica mancante della trilogia era proprio “La voz a ti debida”, la più celebre, che ora si aggiunge alle altre, e come le altre tradotta e presentata da Valerio Nardoni. Se si considera che la sola edizione italiana integrale de “La voz a ti debida” continuava a essere quella – pur ottima – di Emma Scoles uscita oltre quarant’anni fa, l’importanza di questa nuova traduzione non può sfuggire a nessuno; anche perché una particolare attenzione, come nel caso delle precedenti raccolte, è stata data da Nardoni all’impianto stilistico di un canzoniere che, pur nella varietà dei metri usati, spicca per la sua unità non soltanto tematica. Per anni si è discusso se l’amata protagonista di queste poesie fosse o meno una persona reale, e solo più recentemente se ne è avuta la conferma: quando, cioè, Katherine Whitmore, un’ispanista americana che era stata a Madrid dapprima nel 1932 e poi negli anni 1934-35, ha accettato di rendere pubbliche le lettere d’amore del grande poeta spagnolo. Ma “La voz a ti debida” va ben al di là delle circostanze reali da cui è scaturita, e resta come uno dei vertici assoluti della poesia, non solo d’amore, del Novecento.
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Anno edizione:2022
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Ciro 02 gennaio 2025splendido
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LuigiAmendola 08 agosto 2024"Poema" in versi
L'opera è sottotitolata "poema", ma non bisogna attendersi un'unica poesia "continua". Settanta componimenti si inseguono, ispirati alla medesima fonte: l'amore per Katherine Whitmore. Ma, quello descritto da Salinas, è un amore dinamico: sebbene la vicenda non segua percorso temporale strettamente lineare, non è complesso vedere l'evoluzione del sentimento. Il poeta inizialmente non si sente che un'ombra, la quale dovrà tutta la sua futura elevazione a uno "sbaglio", uno sbaglio da parte dell'amata che si accorgerà di lui e in lui determinerà una straordinaria autocoscienza, che mai vuole scindersi dalla sua sorgente. Questa unione della mente ha la facoltà di piegare il tempo a piacimento, di annullare le distanze; può persino oltre: far sentire a uno ciò che sente l'altro. Ma, come ogni amore che si rispetti, anche qui non può mancare lo struggimento, il dolore, quello stesso invocato dal poeta come testimone della realtà, della verità di quel sentimento. Infine, quasi un ravvedimento, la consapevolezza del poeta di essere circondato da ombre, ma nelle quali egli vede le proiezioni di una realtà più alta, perché in lui non perde forza quel sentimento che lo ha legato per sempre ad un'altra anima, al di là di ogni impedimento e persino di loro stessi. Salinas, pur circondato da avanguardie, rende tuttavia il suo omaggio al passato, alla generazione poetica appena precedente, nella quale riconosce i propri maestri (de Unamuno, Jiménez). L'opera in questione (fine 1933) rappresenta il suo capolavoro per ispirazione e forma ed è sorretta dalla sua profonda e stratificata formazione letteraria (fu lungamente docente di letteratura spagnola sia in Spagna sia in America, e tra i fondatori dell'Università di Santander). La verità sulla sua musa ispiratrice è venuta a galla solo a trent'anni dalla morte dell'autore, a dissipare definitivamente ogni dubbio di chi aveva immaginato che la sua creazione fosse un mero capriccio poetico senza riscontri biografici.
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