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Anno edizione: 2019
Come ogni suo libro, l'autrice parte da sé e dal raccontarsi sempre in prima persona. Scrive con passione e con dolore ripercorre e si interroga sempre. C'è autocritica ma anche comprensione e dolcezza.
Questo libro,scritto da Michela Marzano,può essere considerato come un’opera autobiografica , dal momento che tratta del suo passato . L’autrice , da giovane, fu colpita dall’anoressia; la donna affronta questo argomento affermando che non è una malattia e che nessuno,perfino il suo amato padre, poteva aiutarla in quel momento.Il rapporto con quest’ultimo ha spesso causato insicurezza in lei, poichè ha sempre vissuto in funzione del padre: doveva essere sempre la migliore nello studio e pur di non tradire il padre ha sacrificato la sua libertà, la sua vita; e tutto ciò si è ripercosso anche nella sua vita sentimentale da adulta.La filosofa dichiara che tutto il suo passato , soprattutto la fase dell’anoressia, l’ha aiutata molto nella sua crescita psicologica ;infatti, successivamente ha deciso di pubblicare la sua storia, nonostante tutti i familiare non fossero d’accordo , per ostentare tutto il suo percorso.Questo romanzo può interessare,soprattutto,sia agli appassionati di filosofia che a quelli di psicologia; ai primi perché, la donna, essendo specializzata in questo campo, dà molte riflessioni sulla vita ,spesso citando molti filosofi importanti come Kant e Nietzsche. Invece, ai secondi perché è molto evidente la sua crescita psicologica negli anni e come gli avvenimenti dell’infanzia l’hanno segnata fortemente.
E' un salto temporale. una donna adulta riesce ad esprimere il male che per anni l'ha divorata, raccontando dei suoi amori e legati, il rapporto con se stessa e i suoi studi. Leggendolo, si apre la strada a nuove vedute, si buttano giù i muri riguardanti un tema così delicato. Nel mio caso, mi ha aiutato ad uscirne fuori. Leggetelo, nel caso abbiate bisogno di aiuto o vogliate darne.
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