Probabilmente una delle serie meglio riuscite del genere supereroi, Wonder Woman è tutt'altro che il palcoscenico per una talentuosa Miss America che non solo interpreta perfettamente lo spirito del fumetto ma è anche protagonista di molti stunts e delle performance canore. In realtà è soprattutto' un veicolo di messaggi originali che partendo dal femminismo seguono altre importanti direzioni. L'esempio più eclatante riguarda una visione del villain di turno da riabilitare più che da distruggere, soprattutto quando il villain è una donna che cerca di realizzarsi stando dalla parte del male. Più di una volta, infatti, è proprio con la collaborazione finale di quest'ultima che la protagonosta risolve le crisi quasi a significare che senza solidarietà almeno tra donne qualsiasi lotta (per il bene della collettività) è destinata a fallire miseramente. Tecnicamente, vista l'età della serie, si ha un comparto audio-video dignitoso mentre dal punto di vista narrativo risulta molto più più intrigante la prima stagione in quanto le 'spy stories' in cui si trova implicata lottando contro gli agenti infiltrati negli Stati Uniti sono decisamente più interessanti degli episodi più 'polizieschi' degli anni '70 presenti nelle stagioni successive.
