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Anno edizione: 2025
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Quale è il più atroce dolore nella vita di una coppia? La perdita improvvisa e accidentale di un figlio. L’incipit di “Almeno tu” è drammatico, crudele, devastante proprio per questo, racconta in un crescendo allucinante di tensione parossistica il brusco risveglio notturno di una coppia di genitori, strappati nel profondo del sonno da uno scampanellio insistente, che risuona ancora più forte nel silenzio assoluto, foriero di sinistri presagi. Una pattuglia di carabinieri si premura di portarsi personalmente presso la loro abitazione per comunicare di persona, non sono cose queste da trasmettere per altro mezzo se non direttamente, l’improvviso, mesto e lacerante avviso della perdita del loro caro a causa di un incidente, dalla dinamica ancora da chiarire, in cui magari sono usciti incolumi altri giovani. Un fulmine a ciel sereno, o meglio ancora una catastrofe, uno sfacelo dell’anima in tutti quanti affettivamente coinvolti, che travolge in un colpo solo, tanto potente quanto assurdo, la normalità dell’esistenza trasformandola dapprima in un incubo, poi in uno strazio infinito, infine in una abulia del muoversi, una catalessi totale della persona, una inedia nel trascinare penosamente l’esistenza. Lucarelli attinge a piene mani da quelli che sono eventi realmente avvenuti, che hanno funestato davvero le cronache nere dei giornali, lo scrittore si dimostra qui quello in effetti è, un acuto osservatore della realtà “noir” dei nostri giorni. In questo consiste il suo talento di narratore, trae spunti da fatti reali per approfondirli secondo la prospettiva di chi li vive davvero. Lo fa con acume, con un rigoroso esame introspettivo dei suoi protagonisti, svela tutto un modo di vedere le cose da un certo punto di vista genitoriale, diciamo così, e tutto un mondo giovanile di cui certe cose che accadono e che si vivono agli adulti sono ignote, misconosciute, spesso incomprensibili o al limite neanche gli si concede troppo credito o importanza.
Apprezzo molto (e da sempre) Carlo Lucarelli che in questo breve e intenso romanzo conferma a pieno le sue doti narrative. Lucarelli sa cogliere e restituire la violenza e la spietatezza come cifra distintiva di questi tempi. L'autore adegua il suo stile alle cadenze delle chat, al disordine mentale dei giovani, alla disperazione dei genitori. Mi è tornato alla mente il romanzo di Vincenzo Cerami del 1976 "Un borghese piccolo piccolo" da cui Mario Monicelli trasse un ottimo film interpretato da uno straordinario Alberto Sordi. Così Lucarelli in "Almeno tu" ma con una cattiveria ancora più marcata e una totale mancanza di speranza di redenzione e salvezza. La trama è lineare e al tempo stesso articolata, come in un thriller. Vittorio e Paola sono due coniugi apparentemente sereni con una figlia - Elisa - che viene travolta da un'auto durante una serata con gli amici. Sembra trattarsi di un terribile, assurdo, incidente ma vi sono molti dubbi e, alla fine, emergeranno ben tre opzioni differenti sullo svolgimento dei fatti, tra cui quella "vera" e spiazzante. La reazione dei genitori al dramma è molto diversa ma altrettanto devastante. Paola si rende conto della criticità del suo legame con Vittorio, sfascia il matrimonio e cerca possibili giustificazioni al comportamento di Elisa. Vittorio non accetta la realtà, immagina di continuare a dialogare con la figlia e intende punire gli amici che con lei erano in auto in quella notte maledetta. Non si ferma di fronte a nulla, determinato ed estraniato. Vendetta e violenza sono le uniche forze che lo animano. E violenza e morte sarà, anche se per accadimenti di cui Vittorio sarà solo spettatore. Quasi che la sua negatività possa condizionare gli eventi quotidiani. Negazione di ogni forma di pietà e di speranza. In un contesto che evidenzia tutte le criticità sociali, compresa l'idea che con il denaro si possa comprare il silenzio. Una lettura disturbante per gli eventi magistralmente narrati. Nero che più nero non si può!
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