Camilleri è un genio e riesce a farti immergere dentro le storie che scrive. Bellissimo, consigliato a tutti i fan di Montalbano e di Camilleri.
L' altro capo del filo
Il romanzo numero 100 del maestro di Vigàta. Ne L’altro capo del filo attorno al dramma dei migranti che Camilleri racconta scuotendo le nostre coscienze, si muovono i personaggi che conosciamo da sempre.
"Una pagina tira l'altra. Eppure la lettura non può che scorrere con lentezza. C'è troppo dolore, c'è troppa disperazione, nel paesaggio di realtà che si va ad attraversare. Il mare è diventato una enorme fossa comune, il teatro acquatile di una immane tragedia di naufraghi: il quadrante acheronteo di violenze, lo specchio deforme attraversato dai fantasmi di quanti hanno sperato nella salvezza della fuga, sebbene pagata con la spoliazione e con gli abusi, con l'urlo raggelato delle madri e il pianto muto dei bambini che non sanno come decifrare l'orrore che si è disegnato nei loro occhi. Con quanta velocità è concesso di leggere la lentezza della sacra rappresentazione dell'esodo di una umanità straziata, tradita dalla storia e offesa dalle politiche del sospetto e dell'egoismo? A Vigàta, Montalbano è impegnato nella gestione degli sbarchi, nei soccorsi ai migranti, nello smascheramento degli scafisti. Ha la collaborazione del commissariato, di vari volontari, e di due traduttori di madrelingua. Si prodigano tutti. Si sacrificano, tra tenacia e spossatezza. Catarella si intenerisce, si infervora, e mette a disposizione delle operazioni caritatevoli la sua innocente quanto fragorosa rusticità. Il lettore procede, compunto, con il passo del pellegrino. E non si accorge che dietro le pagine si sta armando un romanzo perfettamente misterioso. Persino Montalbano viene colto di sorpresa. L'arrivo felpato del delitto gli dà il soprassalto..." (Salvatore Silvano Nigro)-
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Anno edizione:2016
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Carmencita 11 gennaio 2025Bellissimo
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fsti 14 giugno 2022bello
bello
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Il centesimo libro di Camilleri ci porta in una Vigata attuale, che vive i nostri tempi, che tocca le incertezze dei nostri giorni. Montalbano si trova a gestire lo sbarco dei migranti tra difficoltà organizzative e la possibilità/capacità di sentirsi partecipe di un dramma che è dell’essere umano, un dramma di vita, ma che viene percepito come se le persone che lo vivono non fossero esseri umani ma cose. Al tempo stesso, Montalbano si ritrova a dover risolvere un delitto: una sarta viene assassinata e come sempre il commissario scaverà nel suo passato e scoverà l’autore del delitto. In compagnia del gatto Rinaldo, consigliato dall’impagabile Livia, il Salvo Montalbano di questo libro è nelle riflessioni un alter ego di Camilleri, un uomo che vive nel presente e lo percepisce con lentezza, che vede le ingiustizie e non riesce a chiudere gli occhi. Come scrive Salvatore Silvano Nigro nel risvolto di copertina: «Con quanta velocità è concesso di leggere la lentezza della sacra rappresentazione dell’esodo di una umanità straziata, tradita dalla storia e offesa dalle politiche del sospetto e dell’egoismo?».
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