Ho incontrato e letto per caso questo libro di A. Ferracuti, che percorre lo Stivale d'Italia affiancando in ogni regione i portalettere. Lo stile è molto semplice, nulla di aulico, nessun brivido particolare, dovuto forse al fatto che l'ultimo postino che ricordo di aver riconosciuto come "familiare" mi è apparso l'ultima volta alla porta di casa (vivo a Roma) negli anni '70, quando suonava per augurare il buon Natale cercando di arrotondare la magra tredicesima. Quelli che ha incontrato l'autore sembrano molto diversi, ed in fondo i racconti sembrano più soffermarsi su paesaggi, natura e ricordi che svaniscono nel tempo, piuttosto che raccontarci le storie di vita di questi messaggeri del bene e del male cartaceo. Credo sia più una lettura per addetti ai lavori che per un pubblico più vasto, ma ogni libro va letto fino in fondo, come l'ultima consegna di una raccomandata a fine turno.
Andare, camminare, lavorare. L'Italia raccontata dai portalettere
Se un occhio potesse osservarli tutti adesso, li vedrebbe contemporaneamente, i tanti portalettere italiani, con passi differenti e diversa altezza, colore dei capelli, occhiali da sole e da miopi. Passi diversi, tutti in movimento, frenetici su giroscale deserti, impettiti in attesa davanti al cancello di una palazzina residenziale, fermi sulle soglie degli appartamenti, attraversare in bicicletta una cittadina della provincia fischiettando, dentro le auto di servizio nelle vie di città o negli scooter lanciati sui rettifili, lentamente avanzare a velocità ridotta sulle stradine solitarie di una campagna con prati verdi e alberi secolari. Sanno dei morti, quelli che non ci sono più, li ricordano ogni volta che arrivano sulle soglie degli appartamenti, sbirciano una fotografia appesa alla parete, conoscono gli avi dai molti racconti dei parenti sopravvissuti, alcuni di loro hanno visto nascere i figli dei figli di quelli che se ne sono andati, contano le somiglianze. Se volete sapere di un certo Gregorio, un notaio del Centro Italia, il suo portalettere sa che andava in vacanza ogni anno a Ginevra e che era scapolo. Alcuni dicevano avesse una donna da quelle parti, altri avrebbero giurato una figlia illegittima avuta con una donna della borghesia lombarda, s'erano fatte parecchie congetture ma sul manifesto funebre c'era solo il nome di un lontano nipote...
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Anno edizione:2015
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claudio 23 dicembre 2024Un lavoro in estinzione
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