La trama di questo romanzo non è originale e non lo sono i suoi personaggi: la ragazzina Angel che resta ragazzina, immatura, fino alla vecchiaia inoltrata; la madre vedova e quindi mogliettina ancor di più che gestiva l’osteria, la zia bisbetica orgogliosa della propria servitù in una casa padronale, poi l’editore veniale e protettivo, e più avanti il pittore irregolare e mascalzone conquistato non dall’amore ma da una piena concessione al suo parassitismo, e ancora: la cognata zitella, il critico decadente di gusto e d’aspetto, la dama avida di beneficienza da fare, persino l’autista burbero ma, proprio lui!, di cuore buono. Cos’altro vuoi aspettarti dall’Inghilterra di fine Ottocento inizio Novecento, specie se ne scrivi sessanta anni circa dopo, quando ormai quel passato è già diventato storico se non letterario quindi più che irreale, inesistente, cioè già immaginato meglio e altrove e prima?
Angel
In uno di quei villaggi dickensiani della vecchia Inghilterra in cui il cielo illividisce sin dalle prime ore del pomeriggio, vive Angel Deverell, quindicenne con gli occhi verdi, la carnagione bianca e i capelli scuri, e un animo scontroso e indolente, avido di rivalsa e di affermazione. Nel piccolo universo in cui si aggira, la scuola, la bottega di sua madre, rimasta prematuramente vedova, la casa di sua zia, Angel non riesce a nascondere la sua natura indocile e ribelle. Senza vere amiche, con un astioso rapporto con la madre, la ragazza vive in un mondo tutto suo, creato dai suoi sogni e dalle sue fantasticherie. Un mondo in cui occupa un posto centrale Paradise House, la villa nobiliare in cui sua zia lavora al servizio di Madam, una vera lady coi polsi ornati da splendidi granati. Il destino, però, ha approntato per Angel la più imprevedibile delle svolte. Un giorno la ragazza decide di trasferire le sue innumerevoli fantasticherie in un romanzo. Grazie al fiuto di un editore di Bloomsbury, l'opera conoscerà un incredibile successo. Angel sarà celebre e ricca e avrà Paradise House e, soprattutto, avrà Esmé Howe-Nevinson, pittore di talento, bello e scapigliato, capace di assoggettarsi al suo capriccio. Asserragliata nel proprio grottesco delirio e nelle stanze di Paradise House, Angel trascorrerà gli anni migliori della sua vita. E, come una primadonna del cinema muto, saprà far fronte ai rovesci che l'esistenza le riserverà affrontando un lungo Viale del Tramonto.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2013
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Valentina Popoli 02 marzo 2017
Angel è una donna insolente, insofferente, sfacciata e indolente. Angel è sola e sa amare solo gli animali, gli unici esseri viventi, che non possono contraddirla. Angel trova nella penna la sua catarsi. Angel mi ha ricordato tantissimo Rossella di Via Col Vento, ."Angel" è un bellissimo romanzo che ti catapulta in epoca post vittoriana tra ruderi, ville e cieli lividi, uno di quei libri che riesce a farti sentire perfettamente parte della storia.
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