Padre nobile e, a tutti gli effetti, fondatore della moderna science fiction, termine quest'ultimo coniato negli anni Venti del Novecento da Hugo Gernsback (inventore ed editore delle prime riviste di genere), Herbert George Wells è noto al grande pubblico per "La macchina del tempo", "La guerra dei mondi", "L'uomo invisibile" e "L'isola del dottor Moreau", opere letterarie che hanno dato vita a molteplici trasposizioni cinematografiche e televisive. Meno conosciuta, ma pur sempre di rilevante importanza, è la sua narrativa breve. In racconti pieni di fascino e creatività, l'autore ci trasporta nella misteriosa Quarta dimensione, viaggiando tra pieghe spaziali e interstizi temporali. Quest'antologia, frutto del lavoro di Giancarlo Carlotti, traduttore dei massimi esponenti della fantascienza (Ursula Le Guin, Bruce Sterling, Nancy Kress, Neal Stephenson, tra gli altri) e curatore di magazine come "La rivista di Isaac Asimov" e "Analog", propone oltre una mezza dozzina di scritti pubblicati tra il 1888 e il 1901. Quello dal titolo più evocativo, "Gli argonauti del tempo", viene generalmente considerato un prequel o un primo abbozzo del romanzo "The Time Machine" di qualche anno successivo. La chiarezza e l'efficacia della prosa wellsiana, perfettamente restituite dalla versione italiana, offrono un'esperienza di lettura impareggiabile. Unica nota stonata è la presenza di una postfazione anziché di un'introduzione, utile a chi conosce poco o niente lo scrittore. Il neofita è dunque avvertito, a volte è meglio cominciare dalla fine.
Gli Argonauti del tempo. Racconti di fantascienza sulla Quarta dimensione
Grazie alle sue cognizioni scientifiche di altissimo livello, Herbert George Wells seppe dare alle sue trame una credibilità teorica che gli permisero di prevedere tra l'altro l'avvento degli aerei e dei carri armati, del web, delle testate atomiche e della televisione satellitare. È però meno noto che fu nei racconti brevi scritti agli esordi della sua carriera letteraria che Wells esplorò anche le implicazioni teoriche della nuova scienza, applicando per primo gli studi sulle ulteriori dimensioni e sui paradossi temporali, quasi presago dello spazio-tempo einsteiniano. Nei racconti inseriti in questa raccolta troviamo una straordinaria fusione del teorico della scienza con il raffinato e inventivo narratore. Perfetto esempio ne è "Gli argonauti del tempo", il racconto che costituisce l'abbozzo iniziale de "La macchina del tempo". Ancor più avanzato del successivo romanzo che ne rielaborerà le premesse, questa short story postula una cornice tetradimensionale, cioè l'esistenza di una quarta dimensione. È in assoluto la prima opera letteraria compiuta a proporre il tema del viaggio nel tempo. Ma troviamo aperture su altri mondi create da distorsioni spazio-temporali anche ne "Gli occhi di Davidson", in cui un incidente di laboratorio costringe uno scienziato a vedere costantemente una realtà totalmente altra da quella che gli si para di fronte. La spiegazione del fenomeno che viene offerta prevede il concetto di geometrie non euclidee dello spazio. Invece, "L'uovo di cristallo" postula una distorsione dello spazio-tempo che permette il contatto diretto tra diversi pianeti, mentre di una dimensione parallela racconta "Il caso Plattner". La fantasia scientifica di Wells si sbizzarrisce poi anche sulla relatività del tempo come ne "L'acceleratore". Ma soprattutto a rendere preziosa questa raccolta è la maestria della scrittura, che ben giustifica il parere di Brian Aldiss, che vedeva in Wells, più che il padre, "lo Shakespeare della fantascienza". Gli straordinari racconti da cui nascerà "La macchina del tempo". Le prime storie in assoluto che si possano definire "racconti di fantascienza". "Wells è entrato nella psiche dell'umanità e ci ha cambiati per sempre". (John Higgs, storico della cultura). "H.G. Wells, lo Shakespeare della fantascienza". (Brian Aldiss)
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Anno edizione:2021
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Lettore Anonimo 25 ottobre 2021I primi viaggi nel tempo
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