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Artista sovrano. L'arte contemporanea come festa e mobilitazione
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Artista sovrano. L'arte contemporanea come festa e mobilitazione - Giuseppe Frazzetto - copertina
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Artista sovrano. L'arte contemporanea come festa e mobilitazione

Descrizione


Nella sua breve misura, questo libro offre un profilo originale dell'arte novecentesca e attuale (esemplificata da proposte di protagonisti come Abramovic, Banksy, Beuys, Duchamp, Kandinskij, Picabia, Schneemann, Smithson, Viola, Woodman). L'accostamento storico e teorico alla straordinaria avventura di un'arte innervata nella complessità tardomoderna delinea uno scenario di profondi cambiamenti: mutata o dissolta la nozione di opera, trasformata l'implicazione di senso, destituita di significato la tradizionale situazione dell'artista. Ed ecco che al vagheggiamento di un'arte come prassi finalmente libera, sganciata da ogni presupposto e da qualsiasi finalità (l'arte come festa) si contrappone la nozione di un'arte come ricerca oggettiva, legata a un percorso ineluttabile fra il suo passato e il suo futuro. Emerge così la figura dell'artista sovrano, in opposizione all'artista mobilitato a seguire un dover-essere di volta in volta connesso al medium, alla comunicazione, al sistema dell'arte. Ma si tratta solo della prima coppia di opposti, giacché l'analisi segue il percorso di un'arte che vuole concentrarsi su se stessa, mentre altre metodiche scommettono su un'arte che si incontra con la vita fino a confluirvi. E non basta, dato che le metamorfosi del vissuto operano una spinta contraria, saldandosi con la sopravvalutazione del potere liberatorio non solo dell'esperienza estetica ma anche (anzi soprattutto) dell'attività artistica. All'artista sovrano si affianca cosi il suo doppio qualunque, anche lui impigliato nel duplice legame fra una sperata festa e un'implicita mobilitazione. Solidissima ma tutt'altro che accademica, l'argomentazione apre squarci imprevisti sui nessi fra arte e lavoro, fra le attitudini creative e la biopolitica, fra le ansie della vita di tutti i giorni e i tentativi d'un loro riscatto mediante l'arte.
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Dettagli

2017
19 ottobre 2017
Libro universitario
207 p., Brossura
9788868741730

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 5/5

Il testo di Giuseppe Frazzetto scandaglia le ambivalenze peculiari della situazione artistica novecentesca e attuale, che vede l’artista dibattersi tra il vagheggiamento dell’arte come liberazione creativa e coscrizione ineluttabile connessa ai diktat del sistema dell’arte, del medium, della comunicazione. Particolarmente condivisibili le argomentazioni di carattere esistenziale sulla vita, i suoi compiti, la mobilitazione. Ci si può rattristare associando la svalutazione di quanto si consuma dopo averlo consumato al cinismo dei comportamenti umani, ma ci si può divertire pensando all’improbabile meccanico che potrebbe porsi il problema di decorare i pedali di un auto come il teschio di Hirst. Molto gradevole l’arguzia che affiora da alcune affermazioni; come non sorridere, infatti, immaginando gli intenditori d’arte prima del Romanticismo che “cadono dalla sedia” se sentono dire che l’artista vuole esprimersi o comunicare? Nessuno ha così tanto indagato i meccanismi dell'arte contemporanea come Giuseppe Frazzetto. Non così a fondo, non da un punto di vista antropologico e filosofico, non sviscerando dinamiche, logiche (e non-logiche) e ossatura di quella grande matassa che è l'arte contemporanea.

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