Un autunno d'agosto. L'eccidio nazifascista che ha colpito la mia famiglia. Una storia d'amore mentre la guerra torna a fare paura

Ho conosciuto Agnese Pini ad una presentazione del libro nella mia città e ho apprezzato la determinazione nei suoi occhi e nella sua voce di raccontare un episodio doloroso della sua famiglia. L'autrice alterna la narrazione degli eventi che portarono all'orribile strage nazifascista nei confronti degli abitanti di San Terenzo Monti (19 agosto 1944) con quella del percorso - difficile e doloroso - da lei compiuto per ricostruire i fatti e (ri)tornare nel luogo ove tali fatti si erano verificati. La scrittura è diretta, non risparmia i dettagli atroci delle azioni delle SS, è permeata di profondo rispetto della memoria delle vittime, nonché della giustizia a loro dovuta e per tanto tempo negata. Accostando le stragi del '44 a quelle più recenti avvenute in Ucraina, l'autrice intende farci riflettere su come l'orrore della guerra si ripeta, purtroppo, sempre uguale a se stesso. Una lettura da fare con mente e cuore aperti.

Mi ha incuriosito l'argomento trattato, di cui sono un cultore, ed ho comprato il libro. Una piacevolissima sorpresa: Agnese Pini riesce a rendere egregiamente - con uno stile, devo dire, veramente coinvolgente - gli avvenimenti drammatici e dolorosi che hanno coinvolto la sua famiglia, Inoltre mantiene viva la memoria della atrocità perpetrate dai nazisti con la complicità, purtroppo, di tanti italiani che si sono venduti al più forte ed al migliore offerente; non è poco in questo tempo in cui gli eredi (che non hanno mai veramente reciso le radici con quel passato) di quei loschi figuri sono al Governo del Paese e stanno tentando, spudoratamente, di riscrivere la storia, negando anche l'evidenza (vedi, da ultimo, le responsabilità per la Strage fascista di Bologna del 2.8.1980, stabilite da sentenze definitive e dallo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella). DA LEGGERE ASSOLUTAMENTE, perché un Paese senza memoria è un Paese senza futuro.

Con una narrazione fluida, a tratti densa di particolari e di descrizioni accurate, l’autrice rievoca il triste eccidio di San Terenzo Monti avvenuto durante l’occupazione nazista nelle terre di Carrara. La sua famiglia ne fu direttamente coinvolta e il ricordo del massacro rimase nei racconti tramandati dalla nonna, dalla madre, dalla zia. Una lunga catena generazionale che è giunta sino a lei per concretizzarsi in un racconto significativo dal punto di vista storico e profondamente intriso di sentimenti. La ricerca circa la verità dei fatti si è intersecata con il ricordo e con il racconto dei familiari dei sopravvissuti per realizzare un viaggio a ritroso nei luoghi dove l’eccidio è avvenuto, alternando, nella narrazione, il passato e il presente, coinvolgendo il lettore pagina dopo pagina. Una lettura da suggerire come passaggio fondamentale nell’ educazione civica delle nuove generazioni e da proporre a quelle che le hanno precedute e succedute per riflettere rispettivamente su ciò che le ha sconvolte e provate nella loro giovinezza e nella loro formazione.