un libro di storia, senza la storia. un libro di guerra, ma senza guerra. un libro sull'abisso umano, senza umanità. l'ho finito senza capire se il male, narrato dall'interno, fa più orrore o se viene reso più umano. non ci sono giustificazioni, c'è il tentativo di comprensione di un'isteria collettiva, senza fine, un assurdo che nessun autore per quanto malato di mente avrebbe potuto immaginare, perché non sarebbe stato credibile. eppure è tutto lì, tutto vero tranne la storia del protagonista, voce narrante in bilico tra il sostegno cieco all'assurdità del regime e il ricorso a scampoli di valori etici. perché nessuno dica che ora non sarebbe più possibile, o che "io no, io sono migliore". chi non c'era, in germania tra il 1933 e il 1945, non lo può sapere.
Le benevole
Nato in Alsazia da padre tedesco e madre francese, Maximilien Aue dirige sotto falso nome una fabbrica di merletti nel nord della Francia. Svolge bene il suo lavoro, è un uomo preciso ed efficiente. Preciso ed efficiente, del resto, lo era stato anche negli anni del nazismo, quando fra il 1937 e il 1945 aveva fatto carriera nelle SS in Germania. Pur essendo un nazionalsocialista convinto, il giovane e brillante giurista era entrato per caso nel corpo, punta di diamante del Reich hitleriano: fermato dalla polizia dopo un incontro omosessuale, aveva accettato di arruolarsi per evitare la denuncia. Nel 1941 Max è sul fronte orientale, dove dà il suo contributo al genocidio di ebrei, zingari e comunisti. Trasferito nel Caucaso e poi nella Stalingrado accerchiata dall'Armata rossa, sopravvive miracolosamente a una grave ferita. Dopo il rientro in Germania, lavora a stretto contatto con tutta la gerarchia nazionalsocialista. La guerra è ormai persa, tuttavia, e la Wehrmacht arretra su tutti i fronti. Al crepuscolo del nazismo, viene in aiuto a Max il suo bilinguismo: assumendo l'identità di un francese deportato in Germania, riesce a fuggire. Trascinato dalla corrente della Storia e inseguito da fantasmi che, come le furie «benevole» dei Greci, le Eumenidi, cercano vendetta, Max Aue è parte di noi, la parte piú nera.
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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oltranzista 10 gennaio 2023
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ANGEL LIPPIELLO 25 marzo 2012
Ho trovato questo libro spesso tanto quanto il suo volume, l'autore rimane preciso e chiaro nei tratti storici ma la trama .... una noia! senza parlare poi della sua continua nausea che riusciva a trasmettermi ogni volta che aprivo questo tomo di 900 p. L'ho messo tra i libri da NON rileggere!
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SILVIA ZANGOLI 03 aprile 2011
Littell propone un romanzo complicato e dalle mille sfaccettature, amalgamando storia e fantasia. In primo piano durante tutta la narrazione egli pone gli uomini,cercando di penetrare nella loro psiche e calandosi a fondo nell'animo dei carnefici. E' anche un romanzo di buono spessore documentaristico, offrendo nitidi affreschi di eventi realmente accaduti e approfondendo le teorie antropologiche razziali e gli influssi filosofici dell'epoca. ottimo lavoro, ma a tratti diviene molto arduo da leggere. Per veri appassionati di storia.
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