Una raccolta di racconti di viaggi e di esperienze vissute assemblata da Chatwin stesso poco prima di morire. La capacità singolare e più caratteristica di Chatwin è quella di trasformare in letteratura le sue esperienze, da quelle più memorabili e rischiose, come la prigionia presso l’esercito golpista in Benin, a quelle più rilassanti, come la risalita del Volga insieme ad un gruppo di turisti tedeschi. La scrittura è sempre sobria, le descrizioni delle persone e dei luoghi sono tratteggiate in maniera scabra, eppure l’autore ha la capacità di estrarre da questa scrittura così asciutta vicende e percezioni estremamente coinvolgenti, che suscitano nel lettore una densa partecipazione emotiva alle varie vicende. Molto interessante la varietà di situazioni che vanno appunto da viaggi in terre lontane, a incontri con persone comuni e con personaggi noti, fino a riflessioni sulla cultura e sull’arte. Un autentico viaggiatore, un esploratore che, in quanto tale, non scade mai nel reportage o nell’articolo di taglio giornalistico, riuscendo invece a produrre narrazione intorno a luoghi e persone.
Che ci faccio qui?
In questo libro Bruce Chatwin raccolse, negli ultimi mesi prima della morte, quei pezzi dispersi della sua opera che avevano segnato altrettante tappe di una sola avventura, di tutta una vita intensa come «un viaggio da fare a piedi». Qui lo vedremo spuntare nei luoghi più disparati e fra le persone più opposte: al seguito di Indira Gandhi mentre annota un diario esilarante o in visita da Ernst Jünger, alla ricerca dello yeti o in quartieri malfamati di Marsiglia, o in Africa mentre si scatena un colpo di Stato, a cena con Diana Vreeland o con Werner Herzog nel Ghana o con un geomante cinese a Hong Kong. I numerosi lettori di Chatwin sanno che egli fu, prima ancora che un romanziere e un saggista, qualcuno che è sempre in viaggio e osserva ogni esperienza con lo sguardo penetrante di chi, a partire da qualsiasi cosa, vuole andare il più lontano possibile. Con lui riscopriamo che il tono di fondo del narratore in genere è quello del viaggiatore che si ferma a ricordare ciò che ha visto. Il timbro, lasciuttezza, licasticità della prosa di Chatwin sono stati uno dei grandi e preziosi doni letterari degli ultimi decenni. E proprio alla fine di queste pagine Chatwin ci svela, con un guizzo finale di mirabile teatralità, che dietro larte della sua prosa ha sempre operato un consiglio che una volta gli diede Noel Coward, «il Maestro»: «Non si lasci mai intralciare da preoccupazioni artistiche».
Che ci faccio qui? è apparso per la prima volta nel 1989.
-
Autore:
-
Traduttore:
-
Editore:
-
Collana:
-
Edizione:13
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
-
STEFANO BELLINZONA 30 dicembre 2011
Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da Feltrinelli, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.lafeltrinelli.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.
Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare complianceDSA@feltrinelli.it