Una raccolta di racconti di viaggi e di esperienze vissute assemblata da Chatwin stesso poco prima di morire. La capacità singolare e più caratteristica di Chatwin è quella di trasformare in letteratura le sue esperienze, da quelle più memorabili e rischiose, come la prigionia presso l’esercito golpista in Benin, a quelle più rilassanti, come la risalita del Volga insieme ad un gruppo di turisti tedeschi. La scrittura è sempre sobria, le descrizioni delle persone e dei luoghi sono tratteggiate in maniera scabra, eppure l’autore ha la capacità di estrarre da questa scrittura così asciutta vicende e percezioni estremamente coinvolgenti, che suscitano nel lettore una densa partecipazione emotiva alle varie vicende. Molto interessante la varietà di situazioni che vanno appunto da viaggi in terre lontane, a incontri con persone comuni e con personaggi noti, fino a riflessioni sulla cultura e sull’arte. Un autentico viaggiatore, un esploratore che, in quanto tale, non scade mai nel reportage o nell’articolo di taglio giornalistico, riuscendo invece a produrre narrazione intorno a luoghi e persone.




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Tutti i formati ed edizioni

Anno edizione: 1990

Anno edizione: 2012

Anno edizione: 2004



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Descrizione
In questo libro Bruce Chatwin raccolse, negli ultimi mesi prima della morte, quei pezzi dispersi della sua opera che avevano segnato altrettante tappe di una sola avventura, di tutta una vita intensa come «un viaggio da fare a piedi». Qui lo vedremo spuntare nei luoghi più disparati e fra le persone più opposte: al seguito di Indira Gandhi mentre annota un diario esilarante o in visita da Ernst Jünger, alla ricerca dello yeti o in quartieri malfamati di Marsiglia, o in Africa mentre si scatena un colpo di Stato, a cena con Diana Vreeland o con Werner Herzog nel Ghana o con un geomante cinese a Hong Kong. I numerosi lettori di Chatwin sanno che egli fu, prima ancora che un romanziere e un saggista, qualcuno che è sempre in viaggio e osserva ogni esperienza con lo sguardo penetrante di chi, a partire da qualsiasi cosa, vuole andare il più lontano possibile. Con lui riscopriamo che il tono di fondo del narratore in genere è quello del viaggiatore che si ferma a ricordare ciò che ha visto. Il timbro, lasciuttezza, licasticità della prosa di Chatwin sono stati uno dei grandi e preziosi doni letterari degli ultimi decenni. E proprio alla fine di queste pagine Chatwin ci svela, con un guizzo finale di mirabile teatralità, che dietro larte della sua prosa ha sempre operato un consiglio che una volta gli diede Noel Coward, «il Maestro»: «Non si lasci mai intralciare da preoccupazioni artistiche».
Che ci faccio qui? è apparso per la prima volta nel 1989.
Dettagli
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Edizione:13
Valutazioni e recensioni
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STEFANO BELLINZONA 30 dicembre 2011
Recensioni
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Conosci l'autore

Bruce Chatwin
1940, SheffieldScrittore e viaggiatore britannico, Bruce Chatwin è diventato celebre per i suoi racconti di viaggio. Dopo aver compiuto gli studi presso il Marlborough College, nello Wiltshire, inizia a lavorare presso la prestigiosa casa d'aste londinese Sotheby's, diventando in poco tempo uno dei più competenti esperti di arte impressionista. A ventisei anni abbandona il lavoro e s'iscrive all'università di Edimburgo per approfondire la sua passione per l'archeologia. Dopo gli studi inizia a viaggiare per lavoro: prima in Afghanistan, poi in Africa, dove sviluppa un forte interesse per i nomadi e il loro distacco dai possedimenti personali.Nel 1973 viene assunto dal «Sunday Times Magazine» come consulente per temi di arte e architettura. Questo nuovo impiego gli...
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