Giunto all’ottavo film Ferzan Ozpetek dimostra di essere senza dubbio una delle realtà autoriali più originali del panorama cinematografico italiano. L’eredità della storica commedia all’italiana dei grandi maestri con lui assume toni poeticamente malinconici; l’ironia con cui disegna le personalità dei personaggi rasenta in alcuni casi il realismo grottesco di molte figure che affollano la quotidianità del nostro paese.
Eppure le storie che racconta non impongono giudizi morali, anche lì dove pare evidente la sofferenza provocata dai comportamenti altrui riesce ad esaltare principalmente i sentimenti rendendoli protagonisti. Mine vaganti è un’ottima prova corale di cinema che merita elogi per ognuno dei componenti la squadra di lavoro tecnico e interpretativo, a partire dal regista che grazie al supporto creativo dello sceneggiatore Ivan Cotroneo ha scritto una storia emozionante e divertente.
Siamo nella Puglia salentina, nella splendida Lecce: i Cantone sono una ricca famiglia storica famosa per il pastificio che mandano avanti da generazioni e che ora è diretto da Antonio, uno dei due giovani rampolli.
Il fratello minore Tommaso vive da molti anni a Roma dove ha conseguito la laurea in Lettere e non in Economia e Commercio come crede il padre Vincenzo, perché vuole fare lo scrittore e non lavorare nell’azienda di famiglia come convenzione vorrebbe; per uscire allo scoperto, a livello professionale e personale, e dichiarare finalmente le sue volontà alla famiglia, Tommaso torna a Lecce intenzionato a dire la verità.
Ma il suo progetto non ha fatto i conti con le numerose “mine vaganti” che compongono il nucleo familiare dei Cantone, a partire dalla nonna ribelle e malinconica per il ricordo di un amore che non ha potuto vivere fino in fondo, la zia Luciana zitella fin troppo allegra e stravagante, la sorella Elena apparentemente tranquilla ma incatenata per devozione a un destino da casalinga in seguito al matrimonio col partenopeo Salvatore, per finire al fratello Antonio, la mina vagante che Tommaso non avrebbe mai immaginato di scoprire così simile a se stesso. Il tutto sotto gli occhi e le orecchie ingenuamente (falsamente?) ignare di Vincenzo e Stefania, i genitori.
Proprio questi ultimi due personaggi danno lo spunto per esaltare Ferzan Ozpetek come straordinario regista di attori, abile nel creare sul set, e ancor prima di arrivarci, un’armonia e un’energia tale da estrapolare ciò che di più intenso ognuno degli interpreti trova nel ruolo da mettere in scena: i coniugi Cantone sono magistralmente interpretati da Ennio Fantastichini e da una sempre più brava Lunetta Savino che grazie a commedie come queste si sta liberando dalla scomoda armatura imposta dalle serie televisive. Stesso discorso potrebbe valere per Elena Sofia Ricci se non fosse che per questa attrice ci sono state parecchie fasi in una carriera che le sta regalando negli ultimi anni le giuste soddisfazioni per performances spumeggianti come quelle dell’eccentrica zia Luciana della pellicola in questione.
Nicole Grimaudo premia la fiducia di Ozpetek vestendo con intensità emotiva e spregiudicatezza fisica i panni di Alba, una giovane imprenditrice che entra in affari con i Cantone e che si rivela agli occhi di Tommaso come ulteriore mina vagante dell’ambiente che lo circonda.
Passando in rassegna l’esaltante cast vanno menzionati Carmine Recano e Gea Martire, Paola Minaccioni e Daniele Pecci, Bianca Nappi e uno straordinario Massimiliano Gallo in una macchietta napoletana da attore di altri tempi che ha fatto appassionare a tal punto Ozpetek da fargli dire che difficilmente riuscirà nei prossimi lavori a non chiamarlo anche solo per piccole particine.
Ruolo fondamentale nel film è quello della nonna recitato con eleganza da Ilaria Occhini, imperiosa nei momenti leggeri e comici come in quelli più amari e tragici, e per portare sullo schermo le sue sembianze giovanili nella storia è stata scelta Carolina Crescentini che mostra con malinconica grazia un personaggio il cui stato d’animo e le cui scelte verranno condizionate dall’evento che nelle immagini viene mostrato alla stregua di un film muto.
Nonostante la già elogiata capacità del regista di portare gli attori al loro meglio non si dava preventivamente per indovinata la scelta degli interpreti per i protagonisti principali di Mine vaganti: e invece anche stavolta Ozpetek ha fatto centro mettendo alla prova due sex symbol come Riccardo Scamarcio e Alessandro Preziosi a cui va un plauso per la bravura nel mostrare ma anche nel nascondere la condizione emotiva dei personaggi, in un difficile lavoro di amplificazione e sottrazione continua di toni comportamentali conseguenti all’evoluzione della storia.
Il contesto che ha reso simbolici i film di Ozpetek è quello del collettivo, di un insieme di persone che hanno bisogno di stare insieme anche nei contrasti e nelle difficoltà; quasi sempre si è trattato di un gruppo di amici, mentre in Mine vaganti il contesto diventa familiare e le problematiche si acuiscono così come le pretese perché ci sono cose che in famiglia non vanno dette anche se sono risapute, c’è un’apparenza da dover salvare agli occhi degli altri, un quieto vivere che porta ad accettare condizioni imposte per poter continuare a far parte del nucleo avendo paura delle conseguenze di scelte impopolari.
Mine vaganti è un bel film che offre molte scene di vita familiare, comprese le tavolate tanto bistrattate dalla critica che, invece, rendono magnificamente la forza delle storie che Ozpetek racconta e che permettono più che in altri momenti di comprendere le atmosfere narrative attraverso botta e risposta nelle conversazioni, frasi sussurrate, rivelazioni e confessioni pubbliche e pensieri e desideri esternati solo da sguardi incrociati.
Se si vuole trovare significato e indirizzo morale al film di Ozpetek va ricercato in alcune frasi emblematiche (“ma tu sei felice?”) che, lontane da pretese filosofiche e ideologiche, descrivono appieno l’intenzione di partenza della sceneggiatura (“sbaglia per conto tuo, sempre!”).
Il tocco magico del regista sta nel firmare l’opera, evitando un finale risolutivo, con immagini tra l’onirico e il surreale unendo tutti i personaggi della storia, anche di epoche diverse, in un ballo che entrerà di diritto tra le scene che fanno Cinema

Mine Vaganti di Ferzan Ozpetek
Regia diFerzan Ozpetek
Con:Lunetta Savino, Nicole Grimaudo, Ennio Fantastichini, Ilaria Occhini, Elena Sofia Ricci, Riccardo Scamarcio, Alessandro Preziosi, Carolina Crescentini, Pasquale Catalano

Descrizione
Stefania e Vincenzo aspettano con ansia il ritorno del figlio Tommaso. Anche zia Luciana, la nonna, sua sorella Elena e Alba, l'amica di sempre, non vedono l'ora di rivederlo. E tutti coltivano in segreto la speranza che Tommaso accetti di affiancare suo fratello Antonio nella gestione del pastificio di famiglia. Nessuno, però, ha fatto i conti con il destino e anche per questo Tommaso si troverà a rimanere a casa dei suoi genitori più a lungo di quanto aveva previsto...
Recensioni
Totale delle Recensioni
Il bel cinema corale di Ozpetek e delle sue MINE VAGANTI
Scritto da PASQUALEil 27 dicembre 2010Bel film
Scritto da Federicail 18 maggio 2018La tematica (omosessuale) è la solita in cui ci naviga a meraviglia il regista, ma la trama stavolta viene scelta con delle tipiche manifestazioni di stampo "meridionale" (lo sono anch'io) che confesso mi hanno fatto morire dal ridere, tipiche dalle nostre parti, anche perché ho dovuto spiegare ad alcuni astemi del modo di fare del Sud il significato e le specifiche di alcuni passaggi del film, in certi momenti e scene molto più divertenti - a mio parere - della trama stessa. L'amante quasi fissa dell'uomo sposato meridionale, la moglie che sopporta suo malgrado ma che lo tortura, le maldicenze di paese e i pettegolezzi con le relative battute alquanto significative, l'impossibilità e la vergogna mortale di concepire un figlio maschio omosessuale e non femminaro. Stavolta sono certo che dietro Ozpetek c'era un pugliese a dargli delle dritte. Rarissimo ritrovare quell'humor sottile e a doppio senso nei film di oggi. 101 motivi per consigliarlo e per acquistarlo. Ma è pur vero che bisogna capirlo. Lo rivedo spesso, sempre in compagnia, e in certi passaggi mi fa sempre ridere come la prima volta.
Mine vaganti
Scritto da violalettriceil 03 dicembre 2017Commedia dolce-amara che sfata il mito della famiglia modello. Ozpetek racconta le vicende di una famiglia pugliese solo apparentemente perfetta, portandone impietosamente in scena i sordidi retroscena: paure, pregiudizi e ipocrisia sono l’altra faccia di ciò che i protagonisti si affannano a mostrare all'esterno, proteggendo strenuamente le apparenze. Incredibile l’interpretazione di Riccardo Scamarcio, nel ruolo di Tommaso, personaggio che riesce ad emanciparsi dall'ambiente soffocante e borghese da cui proviene solamente allontanandosene. Drammatica e controversa, invece, la figura del fratello Antonio. Colpi di scena a non finire.
la mina che non ti aspetti
Scritto da Andreail 02 dicembre 2017 Ferzan è solito per le sue tematiche omosseuali e per certi versi potrebbe risultare ripetitivo ma non è così per questo film.
La trama è davvero particolare, tutto gira intorno ad una famiglia del sud ed al loro pastificio. Ferzan con il suo modo di raccontare poterà lo spettatore a riflettere senza mai esser troppo serio, trattando la storia con leggerezza e allo stesso tempo facendo riflettere. Scamarcio si è rivelato azzeccatissimo per questo ruolo, e il cast che lo accompagna rende tutto più coinvolgente.
Film brillante e molto piacevole
Scritto da SARAil 06 dicembre 2010 "Mine vaganti" è un film davvero brillante e molto piacevole, che con i toni della commedia e della leggerezza affronta temi delicati come l'omosessualità, le difficoltà di vivere in provincia per chiunque sia "diverso" non solo per quanto riguarda l'orientamento sessuale.
Ozpetek sbeffeggia alcuni cliché che accompagnano da sempre l'idea di omosessuale, li trasforma in una fonte di divertimento, senza mai essere volgare od offensivo.
Un elogio anche ale ottime interpretazioni di tutti gli attori, dai personaggi principali a quelli di contorno.
Buono
Scritto da ANNAMARIAil 16 novembre 2010Avendo letto gli altri commenti ed avendo visto il film direi che qualunque altra parola potrebbe risultare scontata...è stato detto abbastanza ma personalmente suggerisco di vederlo e valutare in prima persona. Il film lancia un messaggio profondo ma ognuno lo recepisce e percepisce sulla base dello stato d'animo in cui si trova.
siamo sicuri che parla solo di gay?
Scritto da Federica.Risolutiil 10 novembre 2010 volevo scrivere un commento a questo film, ma credo che dovrà essere un arringa viste le altre critiche piuttosto pesanti pubblicate in precedenza. Il film è molto piacevole e parla di un tema che in Italia tutti dicono che è ormai superato ed invece non lo è. Perché la gente si sente proprio come il padre di questa commedia alla notizia di avere un figlio Gay. Cioè la gente si sente male! Le persone non ne parlano. Fanno tutti finta di poterci vivere bene assieme e non è vero. E' uno specchio reale della società italiana che è "lei" ad essere piatta senza spessore e volgare. Non il film. E per chi si sente di dire che il nostro è un paese totalmente integrato con la realtà omosessuale lo invito ad uscire dalla loro bolla di sapone e rendersi conto che in Italia è ancora difficile nascere "rosci" (come si dice a Roma), figurarsi gay! Se poi questo spettacolo a pochi ben pensanti non piace amen. E' vero che forse si poteva anche andare oltre, ma a mio parere è meglio esprime un concetto alla volta. Ed il concetto in questo film è che il nostro è un paese arretrato mentalmente, chiuso nella sua paura del buio e che non si vuole assolutamente sforzare di andare avanti perché in realtà stanno tutti benissimo nella loro ignoranza.
La frase: era tutto per bene... tutto!
Mine Vaganti (Ozpetk)
Scritto da unatazzasenzamanicoil 28 settembre 2010Ozpetek è uno di quei registi che apprezzavo quando mi ero appena addentrata nel mondo del cinema. Racconta storie semplici, talvolta curiose, e descrive bene i suoi personaggi. "Le fate ignoranti" e "La finestra di fronte" sono i suoi lavori migliori, "Saturno contro" e "Cuore sacro" quelli peggiori. "Mine vaganti" si situa nel mezzo: di quest'ultimo ho goduto la coralità dei personaggi, il tocco colorato che lo contraddistingue e un bravo Scamarcio. Non ho per niente gradito, d'altro canto, le riprese a tutto tondo che mi creavano fastidio, anche se ho ne ho percepito la motivazione. Prutroppo il cliché della famiglia del sud, legata alle tradizioni e alla reputazione, unito all'outing omosessuale non ha scatenato ciò che desideravo.
illuminante
Scritto da DAVIDEil 06 settembre 2010non a caso premiato al Tribeca Film Festival e non solo a quello: è da vedere perché restituisce in pieno tutti quei valori (ma anche disvalori) del sud Italia nella cornice salentina "bene". Uscendo dal cinema senti quasi di essere contagiato in qualche modo dalle emozioni che ti ha trasmesso. Senz'altro il film più bello visto quest'anno nel quale spiccano un capofamiglia (Fantastichini) e una nonna (Ilaria Occhini) interpretati magistralmente. Da dire che la sceneggiatura ha dimenticato delle piccole cose...
Emozionante
Scritto da CHIARAil 29 agosto 2010Come tutti i film di Ozpetek, anche questo offre momenti di grande comicità insieme a momenti di riflessione e commozione, un occhio attento e garbato sui tabù e sulle paure della nostra società... Il tutto condito con un cast molto azzeccato, una colonna sonora accurata e la meravigliosa cornice Salentina con il suo mare e il suo paesaggio suggestivo, un patrimonio naturale e culturale italiano. Da non perdere!
mine vaganti
Scritto da mau27il 15 agosto 2010Come sempre i film di Ozpetek sono molto curati sia nella scelta degli attori, sie nei dettagli, commedia estremamente gradevole, giocata su l'equivoco sessuale (come frequentemente gli capita), con un'ironia garbata e mai volgare,riesce a strappare + di un sorriso e diversi spunti di riflessione,lo sfondo dell'estate pugliese è molto suggestivo.
laFeltrinelli Express - Milano
Scritto da Eleonorail 26 dicembre 2011Tommaso si è allontanato dalla famiglia per vivere tranquillamente a Rorma la sua vita e ora che ritorna a casa decide di rivelare al padre chi sia veramente. Antonio invece, rimasto col padre, ne ha subito le pressioni, e influenzato dal fratello decide di rivelare di essere omosessuale. Ozpetek inscena questa commedia leggera ma intensa ed intrigante nonchè molto divertente sulla necessità di manifestare la propria natura e di seguire le proprie inclinazioni.
laFeltrinelli Libri e Musica - Trieste
Scritto da Melissail 15 luglio 2011"Non fare sempre ciò che gli chiedono gli altri e sbaglia da solo, altrimenti la vita non ha senso. ".Lo dice la saggia nonna a Tommaso,uno dei due fratelli la cui vita è parzialmente una recita,ad uso e consumo della loro famiglia bacchettona, che accoglie la confessione di uno dei due di essere omosessuale come la più grave delle tragedie.Bellissima la scena del ballo finale,dove passato e presente si mescolano e confondono in una serenità ritrovata.
laFeltrinelli Libri e Musica - Genova
Scritto da Stefaniail 29 settembre 2010In una famiglia chiusa e poco disposta alle novità due fratelli affrontano la propia omosessualità. Solo la nonna che ha vissuto un grande amore contrastato capisce e spalleggia i nipoti. Ozpetek affronta il tema con la sua solita leggerezza.
laFeltrinelli Libri e Musica - Monza
Scritto da Elisabettail 26 settembre 2010Ozpetek fa sognare tutti quelli che pensano che solo la verità renda davvero liberi. Le verità quando esplodono, devono fare terra bruciata.
Dettagli
- GenereComico\commedia
- Paese:Italia
- Produzione:01 Distribution
- N. DVD:1
- Data uscita:27/08/2010
- Età cons.:Tutti
- Supporto:DVD film
- Durata:108
- Lingue:Italiano
- Sottotitoli:Inglese, Italiano Per I Non Udenti
- EAN:8032807033129
Dati tecnici:
(Formato schermo Wide Screen)Dolby Digital 5.1- PALArea 2 (Europa/Giappone)
Titolo in lingua originale:
Mine Vaganti
Contenuti extra
Commento Audio,Making Of,Photogallery,Scene Eliminate,Trailers,Videoclip