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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2022
Poggiando su una solida conoscenza delle fonti e su una profonda comprensione dello spirito greco, Madeline Miller fa rivivere una delle figure più conturbanti del mito e ci regala uno sguardo originale sulle grandi storie dell'antichità.
«Madeline Miller dona a Omero una nuova magia» – Le Monde
«Miller ci fa scoprire una donna dimenticata e smarrita, tanto diversa dalla tradizione omerica sulla maga seduttrice. C'è invece una Circe, anche lei esule ma in un'isola (Eea), che combatte contro il suo destino di "donna sola", attratta "dalla fragilità dei mortali", afflitta dal disagio dell'immortalità» – Pasquale Chessa, Il Messaggero
Ci sembra di sapere tutto della storia di Circe, la maga raccontata da Omero, che ama Odisseo e trasforma i suoi compagni in maiali. Eppure esistono un prima e un dopo nella vita di questa figura, che ne fanno uno dei personaggi femminili più fascinosi e complessi della tradizione classica. Circe è figlia di Elios, dio del sole, e della ninfa Perseide, ma è tanto diversa dai genitori e dai fratelli divini: ha un aspetto fosco, un carattere difficile, un temperamento indipendente; è perfino sensibile al dolore del mondo e preferisce la compagnia dei mortali a quella degli dèi. Quando, a causa di queste sue eccentricità, finisce esiliata sull'isola di Eea, non si perde d'animo, studia le virtù delle piante, impara a addomesticare le bestie selvatiche, affina le arti magiche. Ma Circe è soprattutto una donna di passioni: amore, amicizia, rivalità, paura, rabbia, nostalgia accompagnano gli incontri che le riserva il destino – con l'ingegnoso Dedalo, con il mostruoso Minotauro, con la feroce Scilla, con la tragica Medea, con l'astuto Odisseo, naturalmente, e infine con la misteriosa Penelope. Finché – non più solo maga, ma anche amante e madre – dovrà armarsi contro le ostilità dell'Olimpo e scegliere, una volta per tutte, se appartenere al mondo degli dèi, dov'è nata, o a quello dei mortali, che ha imparato ad amare.
COME COMINCIA
Nacqui quando ancora non esisteva nome per ciò che ero. Mi chiamarono ninfa, presumendo che sarei stata come mia madre, le zie e le migliaia di cugine. Ultime fra le dee minori, i nostri poteri erano così modesti da garantirci a malapena l'immortalità. Parlavamo ai pesci e coltivavamo fiori, distillavamo la pioggia dalle nubi e il sale dalle onde. Quella parola, ninfa, misurava l'estensione e l'ampiezza del nostro futuro. Nella nostra lingua significa non solo dea, ma sposa.
molto bello
Finalmente un riscatto. Una versione completamente diversa della Circe che abbiamo conosciuto e etichettato in relazione a Ulisse. E se invece la storia raccontata fino a noi si fosse persa per strada? Da leggere assolutamente.
"Per tutta la vita mi sono spinta avanti, e adesso eccomi qui. Di un mortale ho la voce, che io abbia tutto il resto." Queste sono le righe conclusive del fantastico romanzo di Madeline Miller che ha come protagonista Circe, e penso che sappiano racchiudere a pieno il significato dell'intera opera. Da sempre ci sembra di sapere tutto della storia di Circe, la maga raccontata da Omero, che ama Ulisse e trasforma i suoi compagni in maiali. Eppure, esistono un prima e un dopo nella vita di questa figura, che ne fanno uno dei personaggi femminili più complessi della tradizione classica. E leggendo il libro si evince proprio questo, quello che ci racconta Omero su di lei è soltanto una piccolissima parte, è solo la punta dell'iceberg, e sotto è tutto una scoperta. La Circe greca è una figura ambigua e ambivalente: crudele ma anche pietosa, ostile ma anche amica; appartiene ad una stirpe ugualmente sfuggente e misteriosa, la stirpe del Sole: una famiglia dai legami strani, i cui membri appaiono quasi sempre ostili all'altro o addirittura estranei. Tutti hanno una storia tragica, contraddizioni che variano, ma sempre o quasi sempre in senso negativo. Dopo un brutto incidente è stata esiliata sull'isola di Eea, costretta a starci prigioniera e sola. Qui, solo con le sue forze, è diventata donna, una donna forte, in grado di non farsi sottomettere, né deridere più come accadde in passato; i suoi poteri sono stati la sua ancora di salvataggio, senza di questi non sarebbe lei. Con il tempo si è costruita, oltreché una fortissima corazza, la fama della maga che spaventava gli uomini, mai far arrabbiare Circe altrimenti ti ritrovi trasformato in chissà cosa. La scrittrice attribuisce a Circe esperienze diverse, che ne plasmano la personalità, in un'oscillazione costante tra divino e umano, addirittura la protagonista stessa, e di conseguenza il lettore, non saprà più cogliere il confine tra i due mondi.
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