Cosa resta di noi

Giampaolo Simi non tradisce le aspettative,mostra personaggi di fantasia ma reali. L'inizio non entusiasma poi il ritmo incalza, i personaggi si delineano e si caratterizzano,il ritmo si intensifica, la trama si fa interessante. Alla fine il personaggio positivo è lui, il bagnino che non ha mai smesso di esserlo. E nella sua capacità di rimanere ai margini ha saputo realizzare il suo aspetto più piacevole ed apprezzabile.

Leo e Guia sono una coppia in crisi perché da quattro anni cercano di avere un bambino senza riuscirci, sottoponendosi a terapie di fecondazione assistita veramente stressanti da un punto di vista psicologico. Anche d’inverno Leo si occupa della gestione dello stabilimento balneare dei suoceri e aspetta che Guia, che non abita lì, vada a trovarlo per dare un senso ai suoi giorni. Si vede che è molto innamorato. Nonostante ciò, venuto in contatto con Anna per motivi di lavoro, in un momento di debolezza e solitudine, va a trovarla e passa una serata con lei. Da qui le vicende si intrecceranno dando vita ad una storia piacevole, originale e non priva di spunti di riflessione.

Simi prepara lentamente, con fatica, ma con altrettanta meticolosità, un campo minato da percorrere poi a perdifiato, con scarsissime possibilità di uscirne indenni. Ma nel range indenne/distrutto ci profila tutta una serie di soluzioni intermedie: quale sarà quella definitiva? Chi subirà il trauma peggiore? Il plot parte come un diesel, poi, non appena scaldato a dovere, diventa una turbina da jet! Opera fregiata del premio Scerbanenco nel 2015.