Uno dei libri piu' belli, non solo di Rumiz, ma in generale, che io abbia letto. Teoricamente aspro, si rivela poetico e commovente. Tre volte l'ho letto e sempre mi sono commosso fino alle lacrime. Da non perdere!
La cotogna di Istanbul. Ballata per tre uomini e una donna (da leggere soltanto ad alta voce)
Un romanzo-canzone singolare, fascinoso, avvolgente come una storia narrata intorno al fuoco. Racconta di Max e Masa, e del loro amore. Maximilian von Altenberg, ingegnere austriaco, viene mandato a Sarajevo per un sopralluogo nell'inverno del '97. Un amico gli presenta la misteriosa Masa Dizdarevi´c, "dagli occhi grandi e dai femori lunghi", austera e selvaggia, splendida e inaccessibile, vedova e divorziata, due figlie che vivono lontane da lei. Scatta qualcosa. Un'attrazione potente che però non ha il tempo di concretizzarsi. Max torna in patria e, per quanto faccia, prima di ritrovarla passano tre anni. Sono i tre anni fatidici di cui parlava La gialla cotogna di Istanbul, la canzone d'amore che Masa gli aveva cantato. Da lì in poi si leva un vento che muove le anime e i sensi, che strappa lacrime e sogni. Da lì in poi comincia un'avventura che porta Max nei luoghi magici di Masa, in un viaggio che è rito, scoperta e resurrezione. Nuova edizione completamente riveduta.
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Autore:
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Editore:
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Collana:
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Edizione:2
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Anno edizione:2015
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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ugopet 15 giugno 2024Magnifico
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vhwej 17 settembre 2022
Romanzo-canzone affasciante in cui l’autore è in grado di far respirare al lettore l’aria dei luoghi in cui è ambientato il racconto e dove tutto sembra familiare, allegro e allo stesso tempo doloroso. Libro insolito da cui è impossibile staccarsi e che apre una crepa nel cuore.
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Una fiaba, una ballata, un componimento in endecasillabi approssimativi e di vaga leopardiana memoria. Rumiz mette da parte il suo lato storiografico e s'inerpica verso un nuovo dolce stile - che non padroneggia bene, che spruzza ingenuità un verso su tre - per raccontarci una storia d'amore balcanica. Si cerca di mettere la serietà da parte, anche se non ci si riesce mai davvero, e di raccontare il contorno della Bosnia a cavallo delle guerre, a cavallo tra oriente e occidente. Emergono a tratti i concetti già esposti in 'maschere per un massacro' (la lezione del prefisso telefonico, ad esempio) e si cerca di integrarli con la leggerezza di un canto zingaro, tipo quello nel finale di Khorakané. Sicuramente è più un divertissement che un libro, molto probabilmente gli è stato pubblicato solo perché aveva già un nome alle spalle. Ma mi ha divertito e adesso ho voglia di cotognata.
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