Speciale, mi è rimasto nel cuore. Ho adorato sia la trama che la prosa; sicuramente leggerò altri suoi libri,
Crepitio di stelle
Un grande romanzo sull'amore, la poesia e la memoria. Una storia famigliare che va dall'inizio del XX secondo fino agli anni Settanta e si snoda in tutta l'Islanda. Quella di Stefánsson è una scrittura che incanta e infonde nuova vita alla grande letteratura islandese.
Una conchiglia e un sasso, ricordi di famiglia che fanno riemergere dal passato due grandi storie d'amore e di vita: quella burrascosa e irrequieta del bisnonno, uomo dalle mille risorse e mille debolezze, che sposa una diciassettenne cui resterà sempre legato malgrado l'irrefrenabile tendenza alla fuga, e quella tenera e triste del padre, apprendista muratore che, venuto a Reykjavík dai fiordi dell'Est, trova l'amore della vita in una ragazza ribelle e sognatrice, destinata a morire troppo presto lasciandolo con un bambino di sette anni. Quel bambino, oggi quarantenne, ripercorre con l'ingenuità dell'infanzia il dolore di quei momenti, le lunghe giornate di solitudine con i suoi inseparabili soldatini, la comparsa improvvisa e sconvolgente di una donna dal ruolo inquietante di matrigna. Ma riaffiorano anche i momenti quotidiani della vita del quartiere, il panettiere Böðvar dagli occhi tristi, le partite a pallone, l'amicizia con Pétur dalle mani delicate, le angherie del bullo Frikki. Ricreando attraverso la scrittura i meccanismi della memoria, dove il tempo si dilata e si contrae sovrapponendo immagini, pensieri, sentimenti e luoghi, Jón Kalman Stefánsson intreccia i destini di quattro generazioni di donne e uomini, vite effimere come le nuvole nei cieli d'Islanda, la cui incessante ricerca di un senso – nella vita, nel bisogno di radici, nell'inesorabilità della morte e del desiderio – è assoluta ed eterna, come lo sono una conchiglia e un sasso: «Un giorno, prima o poi, li riporterò tutti e due sulla Snæfellsnes e li lascerò al loro posto: il sasso sulla collina, la conchiglia in mare. Grazie per avermeli dati in prestito, dirò.»
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Anno edizione:2020
Una lirica da ricostruire tassello per tassello
Il titolo evoca in noi ritmo e armonia, facendoci capire subito di aver scelto qualcosa di diverso dal solito romanzo, ma piuttosto una lirica pronta a incantarci. Il racconto spazia tra diverse generazioni e ogni capitolo è una storia a sé che rimanda a memorie più o meno lontane e pare quasi che manchi una trama.Il protagonista, che sia il bambino a narrare o il suo bisnonno, tira fuori dalla valigia dei ricordi: vicende legate alla sua famiglia, e tassello dopo tassello ricostruisce 150 anni di storia, che assomiglia a una vera e propria epopea resa magica dalla scrittura che nasconde poesia. Un libro unico nel suo genere che consiglio a chi voglia arricchirsi di remota bellezza. Io vi aspetto in Feltrinelli e nel frattempo vi auguro buona lettura!

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Elena23012022 27 gennaio 2024
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LuigiAmendola 11 gennaio 2023Una delicata poesia familiare
Questo testo è stato edito in Italia nel 2020 ma risale al 2003, ed è la prima prova di romanzo dell'autore. Tratta del ramo familiare materno del narratore, a partire dai suoi bisnonni, a cavallo tra '800 e '900. La trama non è assolutamente lineare ma a mio avviso si segue bene. Idealmente, possiamo far cominciare la vicenda col bisnonno, uomo che fino a trenta e più anni ha fatto il farfallone, per poi incontrare sua moglie, la bisnonna del narratore, per la quale bruciava, ricambiato, di passione. Egli prova a rimettersi in carreggiata, per alcuni intervalli ci riesce, ma non sconfiggerà mai il suo demone personale, l'alcol. La donna, spinta da una forza ben oltre l'amore, lo segue sempre, lo richiama all'ordine, cerca di raddrizzarlo, con esiti traballanti. Ella, in uno dei tanti momenti bui della coppia, cederà per qualche tempo alle lusinghe di un marinaio, approfittando di una delle lunghissime sortite del marito, e ne avrà un figlio, segreto che si porterà nella tomba. In parallelo si narra la vicenda dei genitori del narratore, con qualche accenno ai nonni materni, o meglio al nonno e alla sua compagna. La madre del bambino è una ragazza impulsiva, uno spirito libero, un po' come quell'antenato, ma poi si fa irretire dall'amore per un giovane manovale e cominciano la loro vita assieme, che purtroppo non durerà a lungo. Una malattia si porterà via la madre e il bambino si ritroverà ad affrontare una matrigna che non brilla per gentilezza, ma che poi lentamente si smusserà. L'autore qui affronta magistralmente il tema del lutto, la difficoltà a comprendere la morte da parte di un bambino, la delusione di una compagna, la nostra incapacità a tener fede ai nostri propositi. Il giovane protagonista conoscerà quella bisnonna così agguerrita quando sarà ormai anziana (morirà poco dopo sua madre) e si ritroverà infine, ormai quasi quarantenne a recarsi in visita all'unica prozia ancora in vita, ultimo filo con quel mondo che non esiste più.
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francesca 23 agosto 2022
A me Stefansson non ha mai deluso e questo libro conferma la sua bellissima prosa. Ultimo libro pubblicato in Italia di questo autore ma primo della sua produzione. Si trovano già alcuni dei temi che poi svilupperà nei romanzi successivi. Consigliato
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