La donna che scriveva racconti - Lucia Berlin - copertina
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La donna che scriveva racconti
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Descrizione



"Un libro sontuoso, stracolmo di meraviglie, vale la pena tenerlo vicino al comodino e leggerlo lentamente, una storia ogni tanto. Centellinarlo come una cosa buonissima" - Elena Stancanelli

«Chi non ha ancora avuto la fortuna di conoscere la scrittura di Lucia Berlin si prepari a un piacere straordinario». - The Washington Post

Una donna molto bella che ha avuto una vita difficile e la racconta in tanti piccoli quadri: protagonista la narratrice onnisciente o vari personaggi secondari, diversissimi tra loro: un vecchio indiano americano incontrato in una lavanderia; una ragazza giovanissima che scappa da una clinica messicana di aborti per ricche americane; la suora di una scuola cattolica; un’insegnante gay. Ma soprattutto, una domestica che ritrae, lapidaria ma benevola, le «signore» (e anche qualche «signore») per cui lavora: una storia indimenticabile, che dà il titolo all’edizione americana del libro, «Manuale per donne delle pulizie». «Indimenticabile» è l’aggettivo che definisce il valore di una storia breve. Tutti ricordano la signora con il cagnolino di Cechov, o la famiglia Glass di Salinger, o l’anziana donna malata di Alzheimer che si innamora di un compagno di sventura, di Alice Munro. Più difficile è ricordare uno qualunque dei protagonisti dei racconti di Raymond Carver, tutti molto simili: uomini che traslocano continuamente per sopravvivere a una crisi economica non solo individuale. O quelli di Charles Bukowski, l’eterno disadattato che ama l’alcol e le donne. Non che sia possibile ricordare tutti i personaggi di Berlin, diversissimi, variegati per sesso, razza, colore e censo, ma di certo il tratto pittorico dell’autrice contribuisce a fissarli nella mente; complice una scrittura ingannevolmente semplice, chiara, essenziale, imprevedibile come la musica jazz ma altrettanto ipnotica. Una vita più che difficile, quella di Lucia Berlin, tormentata dalla scoliosi e dalle sue conseguenze, da un primo matrimonio sfortunato, dalla povertà, e dai lavori tipici degli americani senza radici: ma le esperienze di centralinista, domestica, insegnante precaria o infermiera, e di madre single, forniscono all’autrice un materiale prezioso e vastissimo, che usa per raccontare se stessa con eccentrico, personalissimo talento.

Dettagli

2016
18 febbraio 2016
464 p., Brossura
A manual for cleaning women
9788833926858

Valutazioni e recensioni

  • Lucia Berlin non si vergognava di nulla. Né io avevo mai letto un'autobiografia scritta a episodi, alcuni assai brevi e singolari, molti vagamente romanzati, ma tutti pieni di una vita tempestosa, vissuta intensamente e narrata in modo freddo, quasi alla Richard Matheson. Dentro le storie di La donna che scriveva racconti ci sono tutte le tragedie che si possano immaginare: i tentativi di disintossicazione dall'alcool, alcuni dentro casa con i figli che le nascondono i soldi e altri in posti dimenticati da Dio e dall'uomo; un tentato aborto in Messico; l'aborto provocato dalle botte del compagno tossico; le molestie di un ricco rampollo pedofilo e del nonno; la chemioterapia della sorella; ma in questo volume, a condividere le tragedie della Berlin, ci sono anche tante persone indigenti e ignoranti. Forse la confessione più intima di Lucia riguarda l'incesto: ammette di essere stata gelosa della sorella minore quando questa è diventata l'oggetto delle attenzioni del nonno. Qui la Berlin tira fuori una verità scomoda e confessa che, da bambina, le molestie la rendevano gelosa ed eccitata; solo la mediazione dello zio adulto e, almeno da questo punto di vista, responsabile (ancorché alcolizzato), le fece capire che la violenza è tale anche quando suscita reazioni impreviste. Sono ormai pochi i libri che trovo irrinunciabili, ancora meno quelli che ritengo validi compagni di vita e casi eccezionali quelli che penso contengano insegnamenti utili a rendere meno traumatico l'approccio alla malattia, alla solitudine e alla tomba. Questo è uno di quei libri.

  • La vita di una donna, della sua famiglia difficile e complicata, dei suoi amori sbagliati, si snoda nei tanti racconti raccolti in questo libro. Tra Cile, Messico e Stati Uniti la bambina diventa donna e affronta prove durissime passando attraverso l'alcolismo, uno stato di salute precario, lavori saltuari, per niente stabili e faticosi. Guarda se stessa e il Paese che ha attorno, ricorda e racconta fin nei minimi, preziosi dettagli. Leggendolo vieni preso per mano e portato fin dentro luoghi e situazioni che tante volte hai avuto la sensazione di vivere al cinema, con l'america senza il suo sogno, ma la sua dura realtà.

  • Claudio Bernardi

    Quarantatré racconti, datati dal 1977 al 1999, della statunitense Lucia Berlin (1936-2004): una raccolta splendida. Parafrasando Vassalli - “la poesia è vita che rimane impigliata in una trama di parole” -, ecco, in questi racconti, nelle parole incisive della Berlin, è impigliata vita vera, dura perlopiù: la sua stessa vita, di donna dalla “natura tenebrosa”, dall'ambiente famigliare difficile, dalla dipendenza alcolica. Sono racconti brevi - uno di mezza pagina -, limpidi, forti: racconti che ti arrivano dentro come frecce, sempre a bersaglio.

Conosci l'autore

Foto di Lucia Berlin

Lucia Berlin

1936, Alaska

Lucia Berlin (Brown da nubile) nacque in Alaska nel 1936. Il padre lavorava nel settore minerario, così Lucia trascorse i suoi primi anni di vita tra cittadine e insediamenti minerari in Idaho, Montana e Washington. Nel 1941 il padre andò in guerra, e la madre portò Lucia e la sorella minore a El Paso, dove il nonno era un dentista eminente ma alcolizzato. Poco dopo la guerra, il padre trasferì la famiglia a Santiago, in Cile, e Lucia inaugurò quelli che sarebbero stati venticinque anni di vita piuttosto fastosi. A Santiago partecipò a balli e serate di gala, si fece accendere la prima sigaretta dal principe Ali Khan, terminò la scuola, e vestì i panni della padrona di casa agli eventi mondani del padre. Quasi ogni sera, la madre si ritirava...

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