Doppio sogno è una piccola perla che non fatica a svelare l’intreccio intellettuale tra Schnitzler e Freud: l’influenza reciproca tra i due è evidente nella discesa nei recessi della psiche, tra rimozioni, desideri inconfessabili e proiezioni. Conscio e inconscio si mescolano continuamente, e la storia dei coniugi Fridolin e Albertine diventa un palcoscenico liquido, dove i sogni e i pensieri nascosti si manifestano senza alcun filtro. Fridolin si muove attraverso una lunga notte allucinata, in un viaggio che è insieme psichico ed esistenziale: l’apparente solidità della sua identità di medico, marito, uomo borghese viene corrosa da un’esperienza che lo spoglia fino all’osso. Albertine, invece, è la grande assente-presente del racconto: il suo sogno, che mette a nudo le sue pulsioni, è il vero detonatore di tutto. In fondo, è proprio lei ad avere più coscienza del proprio desiderio, ad averlo già affrontato — almeno nell’immaginazione — mentre Fridolin brancola, affascinato e spaventato, tra donne idealizzate e perdute. Schnitzler scrive con una prosa cesellata, che a tratti pare una lama che affonda dolcemente. Il clima rarefatto, ambiguo, quasi febbrile, lascia addosso un senso di inquietudine: siamo di fronte a un testo che non si limita a raccontare l’infedeltà o la tentazione, ma indaga ciò che si cela dietro l’identità borghese, dietro i ruoli sociali imposti, dietro il matrimonio stesso come istituzione. La bellezza del racconto sta anche nella sua ambiguità: nulla viene del tutto detto, nulla è completamente chiaro. È sogno o realtà? Illusione o verità? Non importa. Il punto è l’effetto che quel sogno (o incubo?) ha sulla vita cosciente. Non stupisce che Kubrick l’abbia scelto per il suo Eyes Wide Shut, e che in esso si ritrovino gli stessi interrogativi irrisolti.
Doppio sogno
«Un’ombra di avventura, di libertà e di pericolo» nella vita di un medico e di sua moglie, giovani, belli e chiusi in un’ovattata felicità domestica. Da questa storia di smarrimenti paralleli, ricca di squarci onirici e di inquietanti fantasie, Stanley Kubrick ha tratto il film "Eyes wide shut".
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Ely 30 giugno 2025Viaggio nei sogni
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Asietta 16 maggio 2025
Un po’ complesso ma indimenticabile
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irene 31 marzo 2025da leggere
Era nella mia tbr da moltissimo tempo, colpa o forse merito del film tratto da questo romanzo. Il romanzo merita attenzione, mi è piaciuto. Le emozioni di Fridolin sono vivide. bellissimo
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