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«State a sentirli, i figli della notte! Questa è la loro musica!»
«Basta l'inizio: con questo Jonathan Harker, procuratore legale in quel di Exeter, che arriva in Transilvania, e si trova immediatamente avvolto in un clima di mistero e di scongiuri, fino a che di notte, tra lontani lupi che ululano e cavalli dalle narici infuocate, arriva in un castello dove un signore vestito di nero, dagli occhi troppo rossi e dai denti troppo bianchi... e il gioco è fatto! Impossibile uscire da quel clima, impossibile allentare la tensione, e non seguire con ansia partecipe la sorte di quei personaggi. Perché, bene o male, questo dandy dalla tetra figura ci attira e ci spaventa al tempo stesso (come tutto ciò che è peccato o che ci fa ingrassare); perché Mina diventa l'oggetto di tutte le nostre preoccupazioni; perché del professor Van Helsing sposiamo l'indefessa fede nell'inconoscibile e nel mistero, e la sua integerrima crociata contro il Maligno; perché la schermaglia tra Dracula che architetta il suo ritorno a casa e gli altri che ne svelano a una a una le mosse finisce con l'appassionarci e con il coinvolgerci come per una partita a scacchi; fino allo strepitoso finale, quando le tre diverse pattuglie dei 'cacciatori' convergono, con un ritmo che ricorda quasi lo stretto di una fuga per organo o l''arrivano i nostri' dei migliori film western, a sbarrare al Vampiro la strada verso il castello della sua sicurezza.» (dalla Prefazione di Luigi Lunari).
Questo romanzo è il primo del sottogenere gotico che leggo. L'ho scelto in quanto conosco la trasposizione cinematografica ad esso ispirata, opera di Francis Ford Coppola, che amo follemente. Ovviamente il romanzo è in parte diverso dal film, che punta ad umanizzare il Vampiro protagonista del libro, il quale in realtà tutto ha tranne che l'umanità. Manca nel libro la descrizione dettagliata della storia pregressa di Dracula, così come manca completamente il motivo per il quale è diventato la creatura che tutti conosciamo, cosa che nel film viene mostrata, probabilmente per dare maggiore pathos a tutta la storia. La narrazione, nel libro, avviene tramite lettere e pagine di diario di alcuni dei personaggi, soprattutto del dott.Seward e di Mina Murray/Harker, e ciò ci permette di conoscere gli avvenimenti e le emozioni di ognuno di loro. A mio modesto parere, Bram Stoker ha uno stile molto fluido e descrittivo, soprattutto spiccano le descrizioni dei paesaggi, mentre mancano un po' quelle dei personaggi, a parte quella di Dracula, l'unico descritto meglio fisicamente. In ogni caso, i miei personaggi preferiti sono stati : Mina Murray/Harker,di cui ho apprezzato la forza d'animo, l'amore e la dedizione al marito e ai suoi amici; Lucy Westenra, donna molto dolce e che mi ha fatto tanta tenerezza; Van Helsing, dottore olandese molto particolare e intelligente, con uno sguardo critico e una prontezza di spirito invidiabile; Dracula, per essere la personificazione del male puro. Leggere questo romanzo è stato un crescendo di curiosità, ma anche un crescendo di inquietudine, tant'è che le scene, a mio avviso, sembravano permeate da un alone grigio, come se l'autore avesse voluto far trasparire la cupezza della storia e la malvagità di Dracula, visibile, tra l'altro, anche nel suo aspetto fisico pallido, smagrito, raccapricciante,empio. Io personalmente l'ho apprezzato tanto e consiglio la sua lettura. 😊
a me che appassiona il genere è piaciuto tantissimo, molto bello
Ho amato la storia e l'espediente dello scambio epistolare utilizzato per raccontarla. La vera forza di questo romanzo sono le descrizioni: in alcuni passaggi sembra davvero di vedere il castello stagliarsi di fronte a noi, di sentire l'ululato dei lupi che si avvicinano e molto molto altro. Inoltre le vicende che si intersecano e si snodano all'interno del racconto permettono di appassionarsi e di immedesimarsi in ogni personaggio. Davvero consigliato!
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