(Milano 1830-1906) giornalista e romanziere italiano. Col suo farraginoso romanzo La scapigliatura e il 6 febbraio (1862) inaugurò e diffuse un termine (quello, appunto, di «scapigliatura») che servì a designare, nel suo duplice aspetto letterario e di costume, quel movimento antiborghese e antiromantico che ebbe il suo centro nella Milano del secondo Ottocento. Scrittore scapigliato egli stesso, è autore di altri romanzi (Nanà a Milano, 1880; La canaglia felice, 1885) improntati a un verismo audace ma grossolano. Migliori risultati conseguì nelle commedie dialettali (El barchett de Boffalora, 1870; On dì de Natal, 1875), che s’inquadrano in un programma di rinnovamento del teatro milanese.