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Libro finalista dell’International Booker Prize 2022. In una trama noir molto riuscita, Claudia Piñeiro descrive con rara maestria e partecipe vicinanza la quotidianità di una malata di Parkinson tra i mille dettagli di ostacoli da superare, difficoltà imposte dalla mancata “obbedienza” delle gambe e dei piedi per muoversi, dando spessore al personaggio stoico di Elena che non si arrende mai.
«In apparenza è un giallo serrato e conciso con una protagonista decisiva. Ma è anche un commento penetrante sui rapporti madre-figlia, l’umiliazione della burocrazia, i fardelli del dover prendersi cura di un disabile e le imposizioni dei dogmi religiosi alle donne.» - Kathleen Rooney, New York Times
una storia coinvolgente e struggente con uno stile di scrittura limpido
Claudia Pineiro ha ottenuto successo in Italia con romanzi di genere noir. Questo romanzo è presentato come finalista all'International Booker Prize 2022, con il plus della traduzione di Pino Cacucci. In realtà è stato scritto nel 2007 e quindi prima che Feltrinelli pubblicasse il bestseller "Tua" del 2011. Una volta aperto il libro (ordinato on line) ho avuto quindi un motto di disappunto pensando all'ennesima furbata editoriale. Poi però la lettura mi ha confortato. Non si tratta di un giallo ma di una analisi dolorosa dell'effetto devastante del Parkinson in una donna prossima ai 70 anni - Elena -, la cui figlia - Rita - è stata rinvenuta cadavere appesa alla corda del campanile in una chiesa di Buenos Aires. Tutti sono convinti che si tratti di suicidio, ma non Elena che chiede al parroco e alla polizia di approfondire, verificare,...trovare il colpevole. E pensa che la possa aiutare Isabel cui lei e sua figlia sono legate ad un evento drammatico risalente a venti anni prima, e così decide di attraversare, con immensa fatica, la città per chiederle aiuto. MA...ciò che conta è il rapporto di Elena con la sua terribile, invalidante, malattia; il rapporto sempre più teso con la figlia che rifiuta il degrado della madre e, forse, ne teme il gene ereditario; il rapporto con la maternità voluta, agognata oppure subita, rifiutata; il ruolo della decisione del libero arbitrio femminile. Molto intensa, coinvolgente la lettura. Stile molto diretto. Forse solo ora, dopo il successo per romanzi decisamente più commerciali, l'editore ha deciso di proporre (sull'onda della notorietà acquisita) questa opera prima decisamente impegnativa, difficile, sofferta e, in alcune parti, disturbante. E quindi non si tratta di "furbata" ma di restituzione di una proposta letteraria di livello.. Si tratta di un noir perché le sorprese della vita, della senescenza, del degrado psico-fisico, della perdita progressiva di autonomia sono drammatiche..
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