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Una scrittura diversa, una trama cruda. Non mi è piaciuto particolarmente, ho faticato a leggerlo.
Exit è il nome del luogo in cui si svolge la vicenda narrata. Si tratta di una bellissima villa, splendidamente arredata, dotata di tutti i confort, che si appresta ad accogliere un gruppo di “ospiti” che trascorreranno, presumibilmente, gran parte o tutto il periodo estivo. È una vacanza molto costosa per coloro che hanno deciso di concludere lì la loro vita: il contratto prevede di poter decidere quando e come suicidarsi, assistiti da due medici, durante tutto il periodo che va dall’inizio alla fine dell’estate. L’autrice, senza ipocrisie, cerca di mettere in luce con ironia l’anima di una borghesia annoiata, in cui non esistono più le motivazioni per affrontare la vita, non è quindi l’apologia della buona morte ma la condanna di una cattiva vita. La trama è abbastanza originale anche se si avverte che è un’opera prima e non coinvolge più di tanto pur non mancando situazioni grottesche e qualche piccolo colpo di scena.
Non mi azzardo mai a scrivere recensioni, ma stavolta lo devo fare perchè ho comprato questo libro ad occhi chiusi, andando sul sicuro visto che amo molto i gialli di Alicia, ma ho scoperto un'autrice completamente diversa. Non so ancora se mi è piaciuto o meno, ma sicuramente tratta un argomento assolutamente forte con un misto di leggerezza-filosofia-angoscia-razionalità. Non è un giallo ma il racconto di chi vuole suicidarsi non perchè è depresso o disperato, ma perchè la vita non ha più senso, e vuole farla finita all'interno di una "residenza" dove regna la bellezza, la musica, il buon cibo e la buona conversazione. Non voglio svelare altro. Non è un capolavoro, ma di sicuro è qualcosa di molto diverso dalle solite letture (o almeno così è stato per me).
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