Nome d'arte di Vittorio Vitolo, attore italiano. Inizia a recitare negli anni ’70 nei circoli teatrali sperimentali e coltiva un vivo interesse per la poesia beat, in particolare quella di A. Ginsberg a cui si ispira. Le contraddizioni, suo punto di forza, lo rendono un personaggio controverso oltre che un caratterista di grande forza espressiva. Il cinema riconosce il suo talento a partire da La tragedia di un uomo ridicolo (1981) di B. Bertolucci e ben presto altri registi si avvalgono delle sue potenzialità di interprete. Recita in Lo specchio del desiderio (1982) di J.-J. Beineix, Gli invisibili (1988) di P. Squitieri, Stanno tutti bene (1990) di G. Tornatore, Il grande cocomero (1993) di F. Archibugi, Pasolini, un delitto italiano (1995) di M.T. Giordana e Regina Coeli (2000) di N. D’Alessandria.