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Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2013
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«Da molti anni desideravo scrivere dei Finzi-Contini – di Micòl e di Alberto...»
Pochi romanzi italiani del Novecento sono entrati così profondamente nel cuore dei lettori come Il giardino dei Finzi-Contini, un libro che è riuscito a unire emozioni private e storia pubblica, convogliandole verso un assoluto coinvolgimento narrativo. Un narratore senza nome ci guida fra i suoi ricordi d'infanzia, nei suoi primi incontri con i figli dei Finzi-Contini, Alberto e Micòl, suoi coetanei resi irraggiungibili da un profondo divario sociale. Ma le leggi razziali, che calano sull'Italia come un nubifragio improvviso, avvicinano i tre giovani rendendo i loro incontri, col crescere dell'età, sempre più frequenti. Teatro di questi incontri, spesso e volentieri, è il vasto, magnifico giardino di casa Finzi-Contini, un luogo che si imbeve di sogni, attese e delusioni. Il protagonista, giorno dopo giorno, si trova sempre più coinvolto in un sentimento di tenero, contrastato amore per Micòl. Ma ormai la storia sta precipitando e un destino infausto sembra aprirsi come un baratro sotto i piedi della famiglia Finzi-Contini.
Il libro di cui voglio parlarvi oggi si intitola "Il giardino dei Finzi-Contini" di Giorgio Bassani, edizioni Feltrinelli. È il 18 settembre 1938 e Mussolini annuncia l'emanazione delle leggi razziali in Italia, una lunga serie di divieti che coinvolgeranno i cittadini di origine ebraica; è il preludio, l'anticamera di una serie di orrori che avverranno da lì nei prossimi anni. Di tutto questo però nel giardino dei Finzi-Contini, questo illustre giardino in cui è ambientata la nostra storia, arriva soltanto una eco ovattata, almeno fino a quel momento. È lì infatti che Alberto, Nicole e tutti i loro amici, il nostro protagonista nonché voce narrante della storia, vivono la loro inattaccabile giovinezza, continuando a riunirsi, a incontrarsi, a conoscersi, a innamorarsi, a discutere tra di loro, a vivere i loro sogni e progettare il loro futuro. È un libro di grandissima bellezza, malinconico, con una scrittura elegante, sobria, raffinatissima; è il libro che ti consiglio di leggere. Se non lo hai ancora fatto è arrivato il momento.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
bello, coinvolgente
La storia racconta del protagonista di cui non viene mai citato il nome (che fosse Bassani stesso?) e una famiglia molto ricca di ebrei nella Ferrara del periodo fascista. Ho apprezzato il modo di raccontare il cambiamento della vita degli ebrei durante la promulgazione di leggi antisemite, e di come alcuni ebrei fascisti abbiano dovuto affrontare il tradimento del partito al quale avevano aderito e nel quale riponevano tante speranze. Quel che non ho apprezzato è il racconto dell'invaghimento del protagonista per una ragazza che, in fondo, lo vedeva più come un cagnolino da compagnia che come un potenziale amante. Abbastanza tristi anche le insistenze del protagonista stesso per convincerla ad iniziare una relazione. Non lo rileggerei e non lo consiglierei
La promulgazione delle leggi razziali sancì l’inizio della fine per il popolo ebreo. Da un giorno all’altro persone normali si trasformarono in un nemico contro il quale combattere, allontanate da qualsiasi contesto sociale, costrette a vivere nell’ombra prima e a subire il peso della deportazione poi, si ritrovarono ben presto a perdere la propria identità di persona. I Finzi-Contini sono una famiglia facoltosa, abituata a vivere defilata, proprietaria di una grande villa che si rivela essere una vera fortezza, separata dal contesto urbano da un alto muro e da un cancello al di là dei quali si apre un mondo. Un gruppo di giovani si confronta con le problematiche legate alla propria età. Nel giardino, tra una partita di tennis e l’altra, si parla di politica, di cultura, di desideri. Ed è sempre qui che sbocciano i sentimenti, come quelli che legano l’anonimo narratore a Micòl, della quale si innamorerà senza, però, essere ricambiato. Suddiviso in sezioni, il romanzo si sviluppa scandendo precisamente ciascun avvenimento. Lo stile della prosa è curato nei dettagli, ricercato, descrittivo e il ritmo narrativo, volutamente lento, mette in luce ogni aspetto, ogni giornata, ogni più piccolo evento. Il lettore non può restare indifferente dinanzi a questa scrittura. Pagina dopo pagina si respira tristezza. Alla crescita dei personaggi si accompagna un senso di morte. Un romanzo di formazione duro, specchio del periodo storico nel quale è ambientato. Una lettura che sa arrivare dritto al cuore.
Recensioni
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