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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2010
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Romanzo postumo in esso il vecchio quartiere ritorna a vivere pieno di colori e odori. Vediamo una piccola Iuzza andare in giro per il quartiere malfamato dove è nata, parlare con prostitute e travestiti, litigare, cercare un modo per guadagnare qualche soldo. Sempre accanto a Jean Gabin. Jean Gabin era un attore del realismo francese. La piccola Goliarda ne era affascinata, affascinata dalle sue storie, dalle sue avventure, dal suo mondo. E il quartiere dove viveva sembrava assomigliare tanto alla casba in cui Gabin viveva le sue avventure. L'opera dei Pupi, il teatro, il cinema, la famiglia allargata, le vie da percorrere, il grande amore per la madre. Io, Jean Gabin, in poche pagine ci prende per mano e ci conduce nell'infanzia di una bambina degli anni del fascismo, in una Catania piena di contraddizioni, bellezze e povertà. Dice del Vaccarini (l'architetto simbolo della ricostruzione la città dopo il terremoto del 1693) 《...aveva fatto sputare in una notte sola tutto quel guazzabuglio di stradine, piazzette, vicoli e angiporti, una vera selva di costruzioni bizzarre e piene di nascondigli...》 Vaccarini, nella sua fantasia, diventa quell'essere che la notte va in giro e riesce a tramutare gli uomini in donna, facendo crescere in loro seni bellissimi. Jean Gabin invece diventa l'amico di scorribande e lei stessa diventa Gabin pronta a salvare la donna amata, la madre. Vuole salvare la madre (Maria Giudice) che non si è mai sposata per essere libera, la libertà negata dal fascismo che la costringe in esilio proprio a Catania. Ho letto una dolcezza e una nostalgia immensa tra queste pagine. Una scrittrice da leggere e rileggere. Goliarda Sapienza non mi delude mai. N:B.: nei romanzi autobiografici Sapienza parla di Civita ma, in realtà, il quartiere in cui è nata e cresciuta è San Berillo, sventrato a partire degli anni 50 per speculazione edilizia.
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