Lettera ai contadini sulla povertà e la pace - Jean Giono - copertina
Lettera ai contadini sulla povertà e la pace - Jean Giono - copertina
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Letteratura: Francia
Lettera ai contadini sulla povertà e la pace
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Descrizione


È tutto lavoro, e niente è lavoro nel senso sociale del termine.

«Un saggio scritto nel '38, capace di intuire la crisi del comunismo e i difetti del capitalismo. Assolutamente geniale anche perché mette in crisi l'eccesso di tecnica che sembra dominare l'uomo moderno. E se aveva ragione allora che Internet non c'era, figuriamoci adesso che viviamo nell'era della società globale»Oliviero Toscani

Non si può sapere qual è il vero lavoro del contadino: se è arare, seminare, falciare, oppure se è nello stesso tempo mangiare e bere alimenti freschi, fare figli e respirare liberamente, poiché tutte queste cose sono intimamente unite, e quando egli fa una cosa completa l'altra.

In questo vibrante e poetico scritto, troviamo nella sua forma più limpida e completa il pensiero morale che sottende a tutta l'opera di Giono: la superiorità della natura sulla tecnologia, la salvezza dell'uomo attraverso un lavoro naturale, la celebrazione dell'individualismo spinto fino all'anarchia. Scritto alla vigilia del secondo conflitto mondiale, questo accorato appello costituisce un tentativo disperato di opporre le armi della semplicità, del buon senso e della poesia a un mondo che stava evidentemente prendendo la direzione opposta: quella del profitto e della guerra. L'appello, com'è ed era ovvio, non fu ascoltato. Rilette a più di mezzo secolo di distanza, le parole che Giono indirizza ai suoi "amici" fanno pensare a una grande occasione perduta, nell'ultimo momento in cui forse era ancora possibile non compiere la svolta che avrebbe cancellato per sempre il modo di vivere, la cultura e la saggezza dei contadini. Mai come oggi questo scritto di Giono si presenta attuale e urgente, se è vero che non è mai troppo tardi, e che nella mente e nelle mani dell'uomo non esiste solo il potere di distruggere, ma anche quello di crearsi la felicità.

Dettagli

2016
18 febbraio 2016
144 p., Brossura
9788868334468

Valutazioni e recensioni

  • FABRIZIO LERTORA

    Per Giono la contrapposizione tra operai e contadini è la stessa che intercorre tra un approccio artificiale ed uno naturale al mondo. La meccanica e l’industria moderna hanno portato solo al denaro e al baratto col denaro, che toglie alle cose il loro reale valore e spinge all’avidità ed alla violenza. Il contadino invece non ha mire di profitto, si nutre del frutto del proprio lavoro e ne gioisce nella sua naturale indipendenza economica, senza desiderare più di quello che gli serve.

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Foto di Jean Giono

Jean Giono

1895, Manosque

Jean Giono è nato il 30 marzo 1895 a Manosque, nella Haute Provence, da una famiglia di origine piemontese. Il padre era calzolaio e la madre stiratrice. Legge da solo la Bibbia e Omero, tra l’officina del padre e l’atelier della madre. La sua immensa cultura è quella di un autodidatta con una curiosità universale. Ha pubblicato oltre trenta opere, fra romanzi e saggi.

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