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Anno edizione: 2020
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Scritto quasi di getto, questo racconto è una galleria di personaggi, emozioni, colpi di scena il cui cuore è Venezia, sono i librai, è l'amore per i libri e l'amore che nasce grazie ai libri.
In campo San Giacomo, a Venezia, c'è la Moby Dick, una libreria di quelle «che ti sorprende che esistano ancora, anche se ci sono in ogni città, tenaci come guerrigliere, eleganti come principesse». Il suo libraio si chiama Vittorio, ha passato i quarant'anni, vive per i suoi libri, combatte per continuare a venderli. Un giorno incontra Sofia, gli occhi chiari e le risposte svelte, che prende l'abitudine di andare a trovarlo. Il 12 novembre 2019, però, i 187 centimetri di acqua alta eccezionale inondano le case, i negozi, sommergono gli scaffali di Vittorio. Le pagine annegano, e «campo San Giacomo è pieno di libri perduti, e pare che tutto sia perduto». Giovanni Montanaro, che ha vissuto in prima persona i giorni tragici dell'inondazione, li racconta in un modo lontano dalle cronache che hanno commosso il mondo. Racconta l'angoscia dell'acqua che sale, che distrugge, ma mostra anche un'altra Venezia, i giovani, i cittadini che reagiscono, l'allegria nata in mezzo allo sfacelo, fatta della capacità di aiutarsi, di rinascere. Scritto quasi di getto, questo racconto è una galleria di personaggi, emozioni, colpi di scena il cui cuore è Venezia, sono i librai, è l'amore per i libri e l'amore che nasce grazie ai libri. E ai librai veneziani Montanaro destina interamente i proventi dei suoi diritti d'autore, per sostenerli dopo gli eventi di novembre. In calce al volume, sono proprio i librai veneziani a descrivere sé stessi e le loro librerie: il lettore può scoprirli anche attraverso le mappe che creano un percorso nella laguna – nonostante tutto, «Venezia è sempre lei. Venezia è meravigliosa».
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Mi è piaciuto davvero tantissimo! Racconta fatti interessanti (purtroppo tragici) che tutti dovremmo conoscere meglio e non solo tramite i servizi dei telegiornali. I personaggi sono molto bellini e nonostante il romanzo sia di breve durata riesce a trasmettere in profondità tutto quello che deve esser trasmesso.
Parto dal presupposto che ho completamente acquistato questo libro al buio alla Feltrinelli del corso Vittorio Emanuele durante un mio viaggio estivo. Era avvolto da una carta da pacchi e al di sopra c’erano disegnate delle tazzine e una frase che si poteva leggere nelle pagine del libro. Non è il mio genere ma devo dire la verità sono rimasta piacevolmente sorpresa da questa scoperta, non conoscevo l’autore è avevo sentito parlare dei disastri a Venezia ma non conoscevo la storia effettiva. Scrittura leggera, fresca che racconta la realtà delle catastrofi che accadono nella quotidianità. Ho adorato il protagonista che pur essendo forte espone le sue fragilità nel momento in cui viene distrutta la sua terra. Lo consiglio!
In Campo San Giacomo c’è una libreria, la Moby Dick. É l’orgoglio di Vittorio, che vive per i suoi libri e si entusiasma per i classici e le poesie di Hikmet. É il 12 novembre 2019. Il Centro Maree ha avvertito i veneziani che ci sarà l’acqua alta. Si aspettano 145 cm e i veneziani si preparano come sempre, installando le paratie e spostando le cose più preziose su i ripiani più alti. Ma col passare delle ore le previsioni peggiorano e i centimetri aumentano. É “l’acqua granda”. La marea arriva a 187cm e Venezia viene inondata. “Quaranta centimetri in più del previsto. Non 145, ma 187. Quaranta centimetri in più cambiano tutto, travolgono letti, inondano vestiti, spazzano fogli, distruggono provviste, sporcano materassi, e poi calzini, telefoni, gioielli, bicchieri, piatti, stoviglie, libri, centinaia di libri, e adesso non si può fare niente, non si può reagire, non c’è più tempo né spazio per mettere le cose in salvo, solo stare a guardare, piangere all’inesorabile bagnarsi, lerciarsi, disfarsi.” Cose che galleggiano, che si disfano. Anche i libri di Vittorio finiscono in acqua. I veneziani si stringono solidali. Vittorio trova forza negli occhi di Sofia, ma c’è anche Rosalba con la sua determinazione, e il barista Chung che sorprende con i suoi toast. L’autore ci racconta anche di Venice calls, i ragazzi che, con le scuole chiuse per l’emergenza, si riuniscono per aiutare a riemergere, a pulire dal fango cantine, case, negozi. Un libro che racconta in modo delicato e malinconico quella Venezia fragile ma mai domata che si piega sotto la furia dell’acqua ma rinasce orgogliosa. Da leggere per capire lo sgomento e la forza d’animo dei veneziani.
Recensioni
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