Ho acquistato questo testo per sostenere un esame di Storia moderna all'università. Mi sento di consigliarne la lettura soprattutto a fini di studio, perché è davvero molto carico di date e nomi, un po' superflui. Molto denso nella prima parte, ma un po' frettoloso nell'ultima. Riuscire a terminarlo è stato un po' faticoso.
I libri proibiti da Gutenberg all'Encyclopédie
Dalla sua invenzione a caratteri mobili alla metà del Quattrocento, la stampa rimase complessivamente libera solo per alcuni decenni. Presto la rapidissima diffusione della Riforma protestante spinse le autorità ecclesiastiche a sperimentare forme stabili di controllo. La censura cattolica in pieno Cinquecento ebbe pesanti conseguenze sulla cultura, soprattutto italiana, in particolare sullo sviluppo del pensiero scientifico, sulla letteratura e sulla diffusione della lettura in volgare. Nel Seicento furono i vari Stati assoluti a intensificare la loro azione, mentre la maggiore laicizzazione della società suscitò importanti trasformazioni. Il pubblico dei lettori fu sempre meno disposto a seguire le prescrizioni grazie anche a un fervido mercato clandestino e mise sempre più a dura prova la capacità di proibire, sino a quando, negli ultimi decenni del Settecento, la libertà di opinione e di espressione divenne uno dei principi cardine della civiltà contemporanea.
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Autore:
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Edizione:2
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Anno edizione:2013
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Clotti 25 novembre 2021Davvero prolisso
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Sarah Alviti 11 marzo 2017
In questo piccolo ed agile volume l'autore, Mario Infelise, ha brillantemente ripercorso la storia della censura libraria che trovò il suo apice nel celebre "Indice" dei libri proibiti, una storia lunga e tormentata che parte dall'invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg ed arriva sino ai tempi moderni. Affermando già dalle prime pagine la scissione tra controllo della Chiesa e controllo dello Stato, Infelise ripercorre le tappe di questa battaglia contro questi nemici di carta, nemici costituiti da pagine "pericolose": libri ricchi di ideali che potevano minare l'ordine costituito della realtà, religiosa e di potere, testi oscurati sotto l'ombra possente di eresia, amoralità, infondendo la paura del peccato e della superstizione dietro scritti innovativi. Eppure il libro non fu un avversario facile da annientare: molte furono le perdite nel corso della storia, opere sacrificate per sempre, ma tante se ne salvarono, e tante continuarono a circolare illegalmente grazie all' "astuzia" di librai ed editori, che con l'espediente di falsi luoghi di stampa, false date di stampa, fecero circolare numerose opere. Una lettura piacevole e interessante. Libro consigliato
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caterina pellegrini 12 novembre 2010
Nell'Età Moderna tra il XVI e XVIII si sviluppò un forte controllo sulla produzione e sulla circolazione dei libri. Già nell'età del manoscritto era stato impossibile controllare la diffusione. Con l'avvento della stampa il controllo divenne più difficile, in quanto potevano accedere alla cultura classi sociali che prima erano estranee. I papi del periodo della Riforma emanarono diversi indici che bandivano versioni della Bibbia e opere di autori come Pulci,Berni,Machiavelli e Boccaccio.Il volume rivisita questi argomenti in maniera chiara e facendo riflettere il lettore.
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