A briglia sciolta

“A briglia sciolta” racconta con grande maestria gli slanci passionali e controversi del giovane Isao in un Giappone in piena trasformazione verso la modernità. Il protagonista del libro, affascinato dalle gesta degli antichi samurai, diventa l’espressione vivente di un mondo che non esiste più.

Mishima scrive maledettamente bene. E quando scrivi bene puoi scrivere anche un trattato sulle "briciole della tovaglia", e io lo leggo tutto. Secondo volume della tetralogia, romanzo in quattro parti che Mishima ha scritto prima di darsi la morte. Pubblicato anche con il titolo "Cavalli in fuga", la storia porta avanti i personaggi che conosciamo in "Neve di Primavera". Difficile raccontarlo: facile cadere in elucubrazioni politiche. Il libro è comunque profondo, filosofico e tutto molto poetico. E le due righe finali del romanzo valgono tutta la storia. Difficile per chi ha letto Proust non cadere nel gorgo Mishima, davvero difficile. E ora vado verso il terzo capitolo.

Secondo romanzo della quadrilogia Il mare della fertilità. In questa seconda parte Shigekuni Honda non è più uno studente ma un maturo magistrato. E’ sempre lui il filo conduttore dei quattro romanzi, anche se qui il vero protagonista è Isao Iinuma: giovane campione di Kendo affascinato dallo spirito del Giappone tradizionalista e dalle gesta di chi aveva sacrificato la propria vita nel tentativo di opporsi all'occidentalizzazione del paese. Honda incontrando Isao rivede in lui Kiyoaki, l’amico morto, e si sente rinascere prendendo a cuore le vicende del giovane kendoka. A differenza del primo libro, Neve di Primavera, più poetico con le sue descrizioni di stati d’animo tormentati, questo, A Briglia Sciolta, ruota attorno alla storia vera e propria ed al fervore politico nel Giappone dell'Epoca Meiji.