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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2014
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Vastissimo materiale umano e sociale che fotografa un’epoca storica di interesse estremo per me. L’Italia che si libera dalle macerie polverose della guerra e diventa borghese operaia intenta a sprovincializzarsi e a diffondere benessere, quest’Italia vista attraverso ritratti dei suoi esponenti più celebri. Almeno secondo il metro di Arbasino. Una cosa che mi piace tantissimo. Purtroppo Arbasino non è Montanelli. Gli manca la sintesi seppure graffi parecchio. Sembra che voglia imitare, nella forma e nel linguaggio, il miglior Gadda (la più convincente imitazione permanente dello stile di Gadda è di un altro sommo lombardo: il rimpianto e defunto Gianni Brera). Ma per scrivere difficile come Gadda bisogna essere Gadda, altrimenti son dolori per chi legge; e non basta la sterminata cultura che pur il erudito Arbasino possiede in dosi eccedenti. Così alla fine i contorni del ritratto vengono fuori con grande fatica tutta a carico del povero lettore. Tuttavia sono grato al borghese per diverse inedite e fulminanti osservazioni e sorprendenti rivelazioni: su Aldo Moro, Agnelli e le sue macchine, la rossa palombella morettiana accostata a Fellini, le felici stroncature di Antonioni e la geniale presentazione della Pseudo-Cultura, milanesità verso romanità per spiegare l’architettura di Gae Aulenti, il valore storico e letterario dell’epistolario di Flaiano re del postumo e del frammento, le insospettabili passioni letterarie della diva Sophia Loren, lo stile immediatamente comunicativo di Moravia dalla immensa produttività e vasto intelletto, e tanto altro di bello ancora... lo consiglio !
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